A poche ore dall’uscita del libro “Fire and Fury: Inside the Trump White House” in cui l’autore Michael Wolff ha svelato i retroscena dell’amministrazione Trump, la sua fonte ha fatto marcia indietro. Steve Bannon, l’ex stratega della Casa Bianca, in un comunicato pubblicato da Axios, ha ribadito il suo “incrollabile” sostegno per il presidente e la sua agenda, definendo il Russiagate una “caccia alle streghe” e il primogenito di Trump “un patriota e un buon uomo”.
Un clamoroso dietro front dunque, il cui l’ex braccio destro di Trump prova a ricucire i rapporti con la Casa Bianca:
“Donald Trump jr è sia un patriota che una brava persona. E’ stato inarrestabile nel sostegno di suo padre e dell’agenda che ha contribuito a rivoltare il nostro Paese”, ha esordito Bannon, “rammaricandosi” che “il ritardo nel rispondere al resoconto inaccurato (del libro) riguardante Don Jr abbia distratto l’attenzione dagli storici traguardi del presidente nel suo primo anno di presidenza”.
Riferendosi allo stesso incontro, che aveva definito “sovversivo” e “anti patriottico” sostiene poi che i suoi commenti “erano rivolti a Paul Manafort, un professionista di lungo corso di campagne elettorali con esperienza e conoscenza di come operano i russi. Avrebbe dovuto sapere che sono sleali, furbi e non amici nostri”.
Bannon ribadisce quindi che “non c’è stata alcuna collusione” con i russi e che “l’indagine è una caccia alle streghe”. L’ex stratega tenta di riavvicinarsi a Trump, definendo il tycoon “l’unico candidato che avrebbe potuto sfidare e sconfiggere l’apparato della Clinton” e se stesso come “l’unica persona finora che ha condotto uno sforzo globale per predicare il messaggio di Trump e del Trumpismo”. Bannon quindi si dice pronto a sostenere il presidente nei suoi sforzi per “rendere l’America di nuovo grande”.
Al di là delle smentite, quello che è vero è che il libro anti Trump, continua la scalata dei record di vendite. Introvabile nelle librerie, “Fire and Fury” è al primo nella lista dei Best Seller di Amazon.