New York ha deciso di far causa alle multinazionali dell’oro nero sulle emissioni di gas serra. Nel mirino delle autorità newyorkesi sono finite Exxon Mobil, Chevron, BP, Royal Dutch Shell e ConocoPhillips, tutte accusate di promuovere i loro prodotti minimizzando quanto questi minaccino il clima. Secondo quanto riportano i media americani, New York punta il dito contro i colossi ritenendoli responsabili del surriscaldamento climatico.
Una decisione che va controcorrente rispetto alle politiche del presidente Donald Trump, che nel suo primo anno alla Casa Bianca ha fortemente criticato le scelte di Barack Obama sul clima, mettendo anzitutto in discussione gli storici accordi di Parigi dell’aprile 2016.
Ma la decisione di New York non è che l’ultimo schiaffo all’amministrazione Trump sul fronte ambientale. Il presidente ha dovuto infatti incassare un clamoroso stop ai suoi progetti per “salvare” l’industria del carbone e rivitalizzare il comparto minerario. Il suo piano di salvataggio del settore è stato infatti bocciato all’unanimità dalla Ferc, l’authority federale dell’energia.
La proposta presentata dal ministro per l’energia Rick Perry prevedeva incentivi per le miniere di carbone e per gli impianti nucleari, motivando la mossa anche con la necessità di avere un potenziale energetico sempre all’altezza di inverni sempre più freddi. Un tema di grande attualità in queste settimane, in cui soprattutto sulla costa orientale degli Stati Uniti si sono registrate temperatura polari.