“È tempo di bombardare la Corea del Nord”. Così la pensa l’analista Edward Luttwak, noto per le sue tendenze guerrafondaie, che ha spiegato la sua posizione in un articolo pubblicato l’8 gennaio su Foreign Policy. Secondo Luttwak, i colloqui in corso fra Corea del Sud e Corea del Nord non porteranno a nessun risultato. La Corea del Nord ha effettuato test nucleari ripetuti negli anni dal 2006 che si sono intensificati dal 2016.
Ognuno di questi test poteva essere, scrive Luttwak, l’occasione perfetta per gli Stati Uniti per bombardare la Corea del Nord e “negare il possesso dell’atomica a quei regimi che non dovrebbero avere nemmeno armi convenzionali”.
“Fortunatamente Washington ha ancora tempo per lanciare un simile attacco e distruggere l’arsenale nucleare della Corea del Nord”, sostiene il politologo
Luttwak cerca di confutare le tesi principali che vengono opposte all’ipotesi di un bombardamento della Corea del Nord. Fra queste, il rischio di una rappresaglia con l’artiglieria convenzionale che potrebbe fare una strage nella capitale sudcoreana Seul e dintorni e mettere in pericolo la vita di 20 milioni di persone che vivono nell’area. Questa vulnerabilità non dovrebbe paralizzare gli Stati Uniti: per anni la Corea del Sud ha rifiutato di proteggersi dalla possibilità di un attacco da Nord nonostante le insistenze degli Usa. A questo punto della situazione, gli Usa potrebbero anche desistere dai tentativi di salvare la Corea del Sud e lasciarla al suo destino, sostiene Luttwak.
Il timore di una rappresaglia diretta sul territorio degli Stati Uniti non è neanche da considerare perché, secondo l’analista, la Corea non è già in possesso di missili balistici con testate nucleari che potrebbero arrivare fino agli Usa. Questa sarebbe una esagerazione o un’anticipazione di quanto potrebbe succedere senza un bombardamento della Corea del Nord in tempi rapidi.