Economia

Fondi sovrani, come sceicchi influenzano la politica con il denaro

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Secondo il Sovereign Wealth Fund Institute i fondi sovrani dei Paesi del Golfo Persico, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Qatar e Kuwait gestiscono 2800 miliardi di dollari, una somma superiore al Pil di Italia e Svizzera messe assieme. Nel complesso se si considerano i fondi allargandosi anche ad altri Stati come Cina e Norvegia si parla di 7 mila miliardi di dollari, secondo i dati dell’Istituto, citati dal Sole 24 Ore.

I fondi sovrani sono gestiti dai governi dei paesi esportatori di petrolio per investire risorse pubbliche all’estero. Hanno il potere di muovere somme ingenti e firmare assegni a dodici zeri. Attraverso i finanziamenti, i fondi sovrani controllano ampie parti di economie estere ma senza i necessari requisiti di trasparenza. Il flusso di denaro viene usato dai Paesi del Golfo per perseguire obiettivi politici: in particolare ciò avviene negli ultimi anni da quando questi governi sentono indebolita la protezione degli Stati Uniti, diventati a loro volta esportatori di petrolio grazie allo shale oil. La politica estera di Obama meno interventista ha causato anche problemi per questi Stati.

Gli investimenti del fondo sovrano del Qatar negli Usa, per esempio, hanno l’obiettivo di riavvicinare i due Paesi. I più grandi beneficiari sono comunque Russia e Asia. In Russia i Paesi del Golfo hanno investito almeno 20 miliardi di dollari in infrastrutture, agricoltura e nell’azienda petrolifera statale Rosnef. Gli aiuti a Mosca sono volti a permettere agli sceicchi di difendere meglio i loro interessi in scenari come Iran, Siria Yemen e Libia.

In Asia, i maggiori beneficiari sono Indonesia, Malesia e Thailandia. Ricevono finanziamenti dall’Arabia Saudita che vuole mantenere il controllo su musulmani sunniti ma anche dagli Emirati che mirano a contrastare il radicalismo islamico. In tutto, trenta miliardi di dollari, distribuiti fra i vari Paesi, in diversi settori come telecomunicazioni, turismo, immobiliare, petrolio e energia.