Cento assunzioni per sviluppare il settore dei pagamenti cashless. Emilio Petrone, Amministratore Delegato di Sisal, racconta la trasformazione digitale dell’azienda, cresciuta dal business del Totocalcio e dei giochi, divenuta leader nel settore dei servizi di pagamento, che oggi punta a diventare una vera e propria digital factory
La societĂ guidata da Petrone ha scelto di impiegare altri 40 milioni di investimenti e nuove risorse umane, con competenze digitali, per spingere il business dei servizi di pagamento su cui Sisal punta giĂ da qualche anno. Nel 2017 sono entrati in Sisal 40 giovani, di cui la metĂ donne, e altri 60 diventeranno parte della societĂ entro il prossimo anno, fra startupper ed esperti di digitale.
Secondo quanto anticipato dall’AD Petrone, Sisal chiuderà l’esercizio annuale con un fatturato lordo superiore a 17 miliardi, di cui circa 9 miliardi provenienti dall’area SisalPay, un dato di gran lunga superiore agli 1,4 miliardi transati nel 2008. La divisione SisalPay è arrivata a superare il 50% dei 13,2 miliardi di raccolta registrati nei primi nove mesi del 2017. Ma lo sviluppo nel tempo non è stato solo numerico. Anche la tecnologia si è evoluta.
“Abbiamo già investito 20 milioni per rinnovare i terminali e ne investiremo altrettanti nel 2018 per potenziare il canale digitale”, spiega Petrone in un’intervista al Corriere della Sera. “Proprio in questi giorni, inoltre, abbiamo lanciato un’app per sviluppare il canale dell’e-payment“.
Sisal investe nell’innovazione digitale e nei pagamenti cashless
L’obiettivo è rendere più semplici per i cittadini servizi come il pagamento delle bollette o la ricarica telefonica del proprio smartphone. Adempimenti spesso faticosi che si potranno assolvere con un semplice clic: per esempio scattando una foto alla bolletta o inquadrando un Qr code. Inoltre, i pagamenti potranno essere archiviati per cinque anni, una possibilità utile per esempio per archiviare i pagamenti del bollo auto.
Sisal entra così in un settore in forte crescita. Secondo i dati del Politecnico di Milano, in Italia le transazioni cashless valgono meno di 200 miliardi all’anno, ma sono in aumento, del +9% nell’ultimo dato congiunturale relativo al 2016. Un comparto su cui molte realtà stanno puntando, dai giganti come ApplePay alle startup innovative come Satispay. Ma dove, secondo Petrone, ci sarà spazio per tutti a patto di regolamentazioni e accordi dovuti:
“Certo, il timore che il mercato italiano sia invaso dalle multinazionali c’è, ma noi ci aspettiamo regole certe che non favoriscano o penalizzino nessuno”.