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ECCO LA RECESSIONE: JP MORGAN CHASE LICENZIA

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J.P. Morgan Chase, la seconda banca degli Stati Uniti, licenziera’ entro ottobre almeno il 20% della forza lavoro, e cioe’ 4.000 persone, nel settore dell’investment banking.

Motivo: le conseguenze dello scoppio della bolla finanziaria a raffronto con la dura realta’ attuale, caratterizzata dal forte calo dei profitti provenienti dal trading a Wall Street e dalla preoccupante impennata dei prestiti allegri, trasformatisi – nella quasi totalita’ dei casi – in crediti inesigibili. J.P. Morgan Chase e’ l’istituto di credito che ha prestato piu’ soldi alla Enron, ormai fallita.

“La banca e’ nel caos”, ha commentato Sean Egan, presidente di Egan-Jones Ratings, una piccola agenzia di rating. “Hanno la quota piu’ forte del settore di crediti andati male. Sarebbe stato folle che non avessero eliminato personale e soprattutto tagliato le persone responsabili dell’allocazione del credito”.

Le azioni J.P. Morgan sono scese venerdi’ al New York Stock Exchange di $1.08, cioe’ -6%, a quota $16.54. Il crollo dall’inizio dell’anno e’ del 54%; l’ultimo prezzo e’ il nuovo minimo assoluto da 7 anni (1995).

La capitalizzazione di mercato della banca a Wall Street corrisponde ora a circa $33 miliardi, piu’ o meno la cifra che la Chase Manhattan sborso’ quando rilevo’ J.P. Morgan verso la fine del 2000 per dare vita all’attuale gruppo bancario.

Lo scorso 17 settembre J.P. Morgan Chase annuncio’ che le perdite per crediti inesigibili avrebbero raggiunto nel terzo trimestre la cifra record di $1.4 miliardi, una drammatica impennata rispetto ai $302 milioni del secondo trimestre.

L’istituto ha prestato denaro a molte delle maggiori aziende del disastrato settore telecom, e ad alcuni dei nomi divenuti famosi perche’ legati all’ondata degli scandali contabili, con in testa Enron e Global Crossing.

Reilly Tierney, un analista della banca d’affari Fox-Pitt Kelton (che possiede azioni J.P. Morgan) ha commentato le ultime notizie dicendo che il management dell’istituto di credito non ha mostrato di avere alcuna strategia per il risanamento della drammatica situazione, a parte l’attesa di una ripresa dell’economia Usa, che continua a non manifestarsi.

Negli ambienti finanziari di New York i beni informati non fanno mistero del fatto che la poltrona del chairman e chief executive officer di J.P. Morgan Chase, William Harrison, e’ appesa a un filo.

La messa in discussione della solidita’ della seconda banca degli Stati Uniti (e una delle maggiori del mondo) da’ anche fiato a coloro che ritengono l’attuale congiutura economica foriera di ulteriori soprese negative provenienti dal fronte bancario.