Un attacco frontale al Bitcoin (“troppo speculativo). Ma anche a Donald Trump e Vladimir Putin. È un fiume in piena il finanziere di origini ungheresi George Soros che, ieri, durante una cena a inviti in un grande albergo della località alpina di Davos, dove è in corso il World Economic Forum, ha sparato a zero anche sui big hi-tech.
Partiamo dal Bitcoin:
“Il bitcoin non è una valuta perché una valuta dovrebbe essere relativamente stabile per essere effettivamente usata”, ha detto ma “se una valuta cade del 25% in un giorno non ci si possono pagare gli stipendi”. Quindi “è solo speculazione”. Soros tuttavia pensa che le cripto-valute continueranno ad esistere, perché vengono anche usate per riciclare denaro sporco. “Finché ci saranno dittature, ci saranno i bitcoin” che le usano per riciclare”, ha detto il finanziere.
Parlando invece di Putin:
“Dirige uno stato mafioso e Trump vorrebbe fare lo stesso ma la costituzione non glielo consente”.
Non è più clemente quanto parla della situazione politica negli Stati Uniti. Il finanziere naturalizzato americano confessa di considerare
” Trump un pericolo per il mondo”, ma fortunatamente, secondo Soros, l’amministrazione in carica avrà vita breve “finirà nel 2020 o forse prima”.
Ma forse l’attacco più duro lo riserva ai top della rete. Contro Google e Facebook, anzitutto.
“Si sono trasformati in monopoli sempre più potenti ostacolano l’innovazione e hanno causato molti diversi problemi di cui siamo diventati consapevoli solo ora”. Soros pensa che i big hi-tech “sfruttano l’ambiente sociale ed è particolarmente nefasto perché influenzano il modo di pensare della gente e si comportano come se non ne fossero consapevoli”.
La situazione potrebbe diventare ancora più drammatica, se ci fosse un’alleanza fra gli stati autoritari e questi grandi colossi dell’Hi-Tech. In questo caso, si potrebbe arrivare alla creazione di nuovi regimi totalitari.