“Il Bitcoin è una bolla colossale che finirà male”. Parola di Paul Krugman, economista americano, premio Nobel nel 2018, che lunedí scorso dalle colonne del New York Times, ha paragonato la bolla del Bitcoin a quella dei tuilpani nell’Olanda del 1600.
“Il Bitcoin non ha alcun valore intrinseco, non ha nessun legame con la realtà e il suo prezzo è quasi puramente speculativo e quindi incredibilmente volatile” ha detto Kugman ricordando che le quotazioni hanno subito un calo del 40 percento del loro valore nelle ultime sei settimane. “Se fosse una valuta reale, questo equivarrebbe ad tasso di inflazione annuo approssimativamente dell’8.000 per cento“.
Non solo. Krugman sottolinea inoltre che:
“la sua natura rende la criprovaluta anche molto suscettibile alla manipolazione del mercato. Nel 2013 le attività fraudolente di un singolo trader a quanto pare fecero crescere di sette volte il corso della criptovaluta. Chi sta guidando il prezzo ora? Impossibile saperlo. Alcuni osservatori pensano che dietro ci sia anche la mano della Corea del Nord”.
Intanto nel mese di gennaio, l’ondata di vendite che si è abbattuto sul mercato delle valute digitali ha causato una flessione del valore del Bitcoin del 30% con perdite per 44,2 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato. Il mese peggiore nella breve storia della criptovaluta.