La Francia rappresenta uno dei Paesi fondatori dell’Europa, nonchè una delle economie più vivaci.
Gli anni della crisi anno colpito duramente l’economia della Francia.
Il PIL della Francia ha toccato punte molto negative (intorno al -3%) negli anni peggiori, ma ha performato sempre meglio del PIL dell’Italia.
Anche il debito pubblico naviga su livelli elevati, ma anche qui fa meglio dell’Italia.
Il punto di forza della Francia sono state da sempre le sue aziende. Le dimensioni unitamente a politiche molto più espansive di quelle italiane, sono valse una maggiore resistenza.
Ma non è solo qui la differenza. Infatti, rispetto all’Italia negli anni della crisi, c’è stato un continuo sforamento del rapporto deficit/PIL che l’Europa avrebbe voluto al di sotto del -3%.
il minor indebitamento ha favorito la Francia nelle trattative europee. Non secondaria la presenza di Moscovici tra i controllori.
L’atteggiamento della Francia verso l’Italia è stato sempre a corrente alternata. Infatti, sono nate molte partnership commerciali ma con predominio francese. Numerose le acquisizioni di aziende (spesso ai danni di quelle italiane). L’anello debole per l’Italia sono state sempre le trattative politiche. Lato francese il punto di forza è stato sempre l’obiettivo chiaro: non cedere mai il passo. L’ultima occasione si palesata con la vicenda Fincantieri, nella quale a fronte di un impegno preso da Hollande di lasciare il 51% del controllo di STX, con Macron sono stati mandati all’aria gli accordi e rinegoziati.
E’ evidente la posizione ambigua della Francia: l’Europa si ferma ai confini. Un esempio di protezionismo che non ha giovato in maniera esemplare all’economia francese, ma che comunque ha consentito di vincere la battaglia con i cugini d’Oltralpe.
Sul fronte prettamente europeo, conduce le sue battaglie contro la Germania, ultima la vittoria della sede dell’EBA in fuga da Londra.
Ulteriori approfondimenti sul blog dell’autore: Buymarket – Finanza.
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