Nel mercato attuale non esistono piu’ leggi consolidate. La regola che stabilisce che un calo dei tassi di interesse stimola la ripresa dei mercati azionari non e’ che un ricordo del passato. Infatti, osservando i mercati negli ultimi 6 mesi nel 90% dei casi emerge una correlazione negativa tra il comparto obbligazionario e azionario. I bassi livelli dei tassi di interesse consentono una riduzione dei costi di rifinanziamento delle aziende, rendendo il rapporto tra i due mercati esclusivamente legato alle notizie prevalenti della giornata.
Il rally dello scorso venerdi’ non ha nessun legame con la tanto sospirata ripresa economica. Il sondaggio preliminare di ottobre sulla fiducia dei consumatori elaborato dalla universita’ del Michigan e’ infatti sceso a 80,4, ben al di sotto delle aspettative del mercato di 85,5. Anche le vendite al dettaglio di settembre sono scese dell’1,2%, piu’ o meno in linea con le stime degli analisti. Un mercato tecnicamente in ipervenduto, i risultati tutto sommato dignitosi del colosso industriale General Electric (GE – Nyse)
e un upgrade su IBM (IBM – Nyse)
sono stati sufficienti a dare vita ad una seduta di ricoperture di posizioni short.
Questa settimana ben 150 societa’ dello S&P 500 riporteranno i risultati trimestrali e molto probabilmente assisteremo a forti livelli di volatilita’ conseguenti alle performance di ogni singola azienda.
L’inizio di una ripresa e’ condizionato da diversi fattori. Per esempio ben 360 societa’ dello S&P 500 forniscono ai dipendenti fondi pensione. Poiche’ ben 2/3 di questi investimenti hanno una copertura azionaria, solo il 79% di questi fondi sono garantiti da apposite riserve, creando un deficit di circa $243 miliardi. Nel caso in cui i fondi di riserva si mantengano inferiori al 90% per i prossimi 3 anni, le societa’ dovrebbero fare ricorso agli utili operativi per il pagamento dei contributi.
Questo scenario potrebbe essere drammatico per il mondo corporate americano. Ad esempio General Motors(GM – Nyse), con una attuale capitalizzazione di mercato di $19,5 miliardi potrebbe essere costretta ad una copertura dei contributi pensionistici per un totale di $29,4 miliardi.
*Dieter Bohlens e’ capo analista della trading room della sede centrale della Hamburgische Landesbank di Amburgo (Germania).