Mentre si avvicinano le elezioni del 4 marzo, Bridgewater triplica la scommessa contro l’Italia. L’hedge fund americano, che fa capo al miliardario Ray Dalio, dallo scorso ottobre ha triplicato le sue posizioni al ribasso sulle società italiane, portandole da 1,1 a 3 miliardi di dollari.
Nel mirino di Bridgewater sono finite soprattutto le banche: mossa che finora si è rivelata sbagliata visto i recuperi delle quotazioni negli ultimi mesi. In testa alla scommessa del fondo c’è Intesa, “shortata” per l’1% del capitale, davanti a Enel ed Eni, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Prysmian, Generali, Azimut e Ubi e, infine, Unipol, Terna, Snam, Mediobanca, Moncler, Leonardo, Fineco e Atlantia.
Ma Bridgewater non è sola nella scommessa contro Piazza Affari. Sulla stessa linea anche l’hedge fund Aqr, che ha messo in piedi scommesse contro 11 società per un controvalore complessivo di 1,4 miliardi, tra cui spiccano quelle sulle banche Bper, Banco Bpm, Ubi e Unicredit e sui petroliferi Saipem e Tenaris.
Infine Marshall Wace che ha puntato contro 10 società a partire, dai bancari Ubi e Banco Bpm.
Intanto, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha tentato di minimizzare e ha detto di attendersi, da qui al voto, “non un mese di speculazioni ma una situazione di attesa sui mercati. Io seguo lo spread e la situazione dei mercati quasi tutte le ore: non c’è un segno di nervosismo”. E a chi gli fa notare, a Porta a Porta, la mossa di Bridgewater Padoan replica: “Sono piccole partecipazioni”.