di Sandra Riccio
L’innovazione del fintech porterà nuovi ricavi a tutto il settore finanziario. Ma i gruppi bancari devono avere il coraggio di cambiare e di guidare il nuovo corso. Nel segmento retail come in quello corporate
La sfida del fintech, la nuova tecnologia applicata al mondo di banche e servizi finanziari, è da tempo nei radar degli operatori del settore. Il timore è di veder svanire fette di business, per esempio nei micro-pagamenti o nei prestiti online. La minaccia arriva, in particolare, dai giganti del web come Google o Amazon che si preparano a invadere anche questi mercati. Il fintech e la così detta rivoluzione digitale non sono però soltanto un rischio da contrastare. Per gli istituti tradizionali e per l’industria dei servizi finanziari rappresentano anche un’opportunità da cogliere.
I margini per approfittare di questo cambiamento epocale non mancano.
“Starà alle banche cogliere le opportunità e valorizzare al massimo la rivoluzione FinTech – dice Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte e responsabile fintech. Il paradosso, in questa fase, è che le banche sono molto legate al proprio brand e alla propria reputazione. Tuttavia se non si mostrano determinate e se non azzardano scelte coraggiose, difficilmente potranno reagire ai rischi del cambiamento”.
Il fintech rappresenta anche un’occasione per ritagliarsi nuovi segmenti di mercato, con la conseguente possibilità di incrementare i ricavi. Un esempio è quello del nuovo fenomeno delle criptovalute – il Bitcoin è la più conosciuta – che ha raggiunto una capitalizzazione di 500miliardi di dollari. Con commissioni ipotizzabili sui 20-30 punti base per ogni transazione, porterebbe entrate di rilievo nelle casse delle banche.
Cavalcare il cambiamento
“Per cavalcare al meglio il cambiamento le banche possono enfatizzare i diversi punti di forza che le caratterizzano – afferma l’esperto -. In questo modo potranno sfruttare al meglio l’innovazione”.
Per Gianturco la prima leva è quella della relazione diretta con il cliente. Le analisi confermano che si tratta di un rapporto che rimane centrale negli scambi, soprattutto con la clientela retail. La cura dei dati della clientela, la privacy e l’efficienza nelle operazioni, sono sempre stati i pilastri su cui costruire i rapporti negli anni. Si tratta di risorse che i giganti del web difficilmente potranno mettere in campo.
“Le banche, invece, si trovano avvantaggiate perché hanno questa posizione di privilegio con la clientela che è duratura e continua”.
C’è poi un secondo aspetto di forza che è rappresentato dalla capacità delle banche di gestire la complessa regolamentazione che caratterizza questo settore e che è in continua evoluzione e spazia in vari ambiti: da quello fiscale, alla tutela dei dati, fino al tema della sicurezza.
“In questo la banca può sicuramente essere un soggetto più adatto a bilanciare innovazione e regolamentazione” afferma Gianturco. Un terzo fronte è la gestione del rischio: “Le banche hanno esperienza e capacità di analisi che altri soggetti non possono raggiungere” afferma l’esperto.
Un esempio lo offre Amazon che ha da qualche tempo aperto ai prestiti per i negozianti partner raggiungendo in poco tempo 3 miliardi di dollari di erogato. È un servizio che la società al momento offre soltanto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone e che ha intenzione di estendere anche a Italia, Francia e Spagna. Si tratta di una proposta che potrebbe spiazzare le banche, ancora restie a concedere credito a negozianti, piccoli artigiani e imprenditori. La proposta di Amazon è ancora limitata e un bilancio finale è ancora lontano. Di sicuro rappresenta una sfida nuova per tutto il settore della finanza, che dovrà avere il coraggio di innovare e dare risposte al mondo che cambia.
Le sfide per il futuro
Relazione, capacità di gestire la complessa regolamentazione di settore e competenza sul rischio sono i tre punti che saranno centrali nel riuscire a tenere testa alla sfida fintech. Questo per quanto riguarda il segmento retail. E il mondo delle aziende?
“Sul fronte corporate la banca può fare anche meglio e mantenere la propria leadership inalterata” dice Gianturco.
Il mondo delle Pmi è meno sensibile ai richiami di grandi player come possono essere i giganti del web e punta più sulla presenza anche territoriale del soggetto bancario con cui ha necessità di un interscambio continuo ed efficiente al massimo. Secondo Gianturco, in questo ambito le banche dovrebbero accelerare l’integrazione digitale tra i due mondi distinti delle transactions (es. cash management, trade finance) con quello del lending per aumentare le possibilità di business e cross selling, imitando così Amazon che ha sfruttato le transazioni e-commerce per selezionare i migliori pagatori nel nuovo servizio del lending.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di gennaio del mensile Wall Street Italia