Le Borse si riscattano dopo i cali di ieri, ma secondo Morgan Stanley il peggio in Borsa non è ancora arrivato e il tracollo dei mercati globali visto a inizio febbraio altro non è che un antipasto di futuri cali. Il problema principale riguarda l’incremento continuo dei rendimenti del reddito fisso dopo anni di calma piatta, un fenomeno che potrebbe stravolgere il sistema finanziario. In un mercato obbligazionario secondario Usa in tensione, con i rendimenti decennali che hanno toccato anche il 3% alimentando una rotazione di portafogli dall’azionario all’obbligazionario, il governo metterà all’asta $258 miliardi di debito in settimana sul primario. I Bond europei intanto pagano la prospettiva di vedere un falco tedesco alla guida della Bce a partire dall’anno prossimo, quando il mandato di Mario Draghi volge al termine.
La nomina del politico spagnolo Luis de Guindos a vice presidente dell’istituto centrale di Francoforte hanno aumentato le chance di elezione di un banchiere dei paesi “core” dell’area euro. In pole position ora c’è Jens Weidmann, il capo della Bundesbank favorevole alla fine delle misure di allentamento monetario straordinario. Se un esponente della Germania, che approfitta di un surplus commerciale gigantesco e che ha la fobia dell’inflazione, sale al timone della Bce, c’è da aspettarsi una politica monetaria più aggressiva. Sui mercati euro e rendimenti obbligazionari sono destinati a rafforzarsi.
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