Tornano alla ribalta i timori di un imminente conflitto USA-Iraq e i mercati americani dimezzano i guadagni.
Il Dow Jones, dopo aver guadagnato oltre 200 punti ed essere tornato sopra la soglia psicologica degli 8.700, ha chiuso con un leggero progresso.
Riesce a terminare le contrattazioni in netto rialzo il Nasdaq, che pero’ era arrivato a guadagnare ben oltre il 4%, superando abbondantemente quota 1.400.
Il Nasdaq ha chiuso a 1.396,54 (+2,63%)
Il Dow Jones a 8.571,60 (+0,63%)
L’S&P 500 a 908,35 (+0,82%)
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, il ministro della Difesa USA, Donald Rumsfeld, avrebbe dichiarato che una chiamata alle armi della guardia nazionale e delle riserve dell’esercito e’ ”imminente”. La notizia giunge proprio quando un conflitto sembrava evitabile.
Ma secondo gli esperti, gli investitori (e in particolare i detentori di posizioni lunghe scettici sul proseguimento del rally) hanno usato le dichiarazioni di Rumsfeld come pretesto per prendere un po’ di profitto in attesa delle elezioni di martedi’ 5 novembre e della riunione del FOMC sui tassi d’interesse, in calendario mercoledi’.
L’esito delle elezioni avra’ ripercussioni importanti sia sul fronte della politica internazionale che su quello economico. Se i repubblicani di Bush avranno la meglio sui democratici, il voto costituira’ un lasciapassare per la guerra contro l’Iraq e velocizzera’ l’adozione di politiche economiche care al presidente USA, quali ad esempio la riduzione delle tasse a favore dei consumatori.
Per quanto riguarda la Fed, secondo l’ufficio studi di Wall Street Italia, in attesa di capire quale sara’ l’entita’ del taglio (perche’ una revisione al ribasso e’ praticamente scontata), il mercato ha preferito mantenere una liquidita’ in portafoglio sufficiente a compiere le correzioni del caso per l’allocazione tra investimenti in azionario e reddito fisso.
Oggi, i future sui Fed Fund davano al 100% la probabilita’ di un taglio di 25 punti base e al 53% la probabilita’ di una riduzione di 50 punti base.
Secondo John Roque, senior analyst di Arnold & Bleichroeder, il rally dei mercati azionari, che dura ormai da oltre quattro settimane, puo’ continuare. Per l’analista l’S&P potrebbe arrivare a 950 punti, mentre il Dow potrebbe riagguantare quota 9.000.
Piu’ cauto Ed Kerschner, di UBS Warburg, che sottolinea che non si puo’ ancora parlare di una fase rialzista delle borse.
Sempre per UBS, la probabilita’ che l’azionario possa sovraperformare l’obbligazionario e’ del 99%. La probabilita’ che l’equity metta a segno una performance migliore della liquidita’ e’ invece del 97%. La banca d’affari ritiene che i mercati azionari siano sottovalutati del 17% e consiglia di distribuire il proprio portafoglio per l’89% sull’azionario, per l’11% sull’obbligazionario e per lo 0% sulla liquidita’.
A livello settoriale, euforia su semiconduttori (SOX), software (GSO) e hardware (GHA). In particolare, i chip hanno beneficiato di un report della Semiconductor Industry Association, secondo cui le vendite del comparto sono aumentate del 21% nel terzo trimestre.
Tra i singoli titoli, da segnalare l’ottima performance di Microsoft (MSFT – Nasdaq) sulla scia del verdetto di una corte federale USA sul caso Antitrust. In forte crescita anche Walt Disney (DIS – Nyse), dopo un articolo molto favorevole del settimanale Barron’s.
Sul fronte macroeconomico, e’ stata scarsa la reazione dei mercati al dato sugli ordini alle fabbriche di settembre, che hanno registrato una flessione inferiore alle attese.
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