I lavoratori cercano le aziende e le aziende cercano i lavoratori ma domanda e offerta di lavoro spesso non si incontrano. Il mismatch, il disallineamento fra le competenze che servono a un’impresa e quelle offerte dal lavoratore, è un problema che esiste davvero in Europa: lo confermano alcune analisi, fra cui l’ultima di Julien Marcilly, capo economista di Coface, secondo cui automotive, trasporti e costruzione sono i settori più colpiti dal mismatch in Francia.
I dati dell’Eurostat mostrano che a un uguale livello di disoccupazione in passato la percentuale di posti vacanti era più bassa di oggi. Significa che i posti che rimangono vuoti sono aumentati in molti Paesi: il livello di questi in Europa è dell’1,9% mentre la disoccupazione non è ai minimi. In Francia nel terzo trimestre del 2017 a un tasso di disoccupazione del 9,3% corrispondeva un livello di posti vacanti dell’1,1% mentre nel quarto trimestre del 2011 allo stesso tasso di disoccupazione corrispondeva un livello di posti vacanti dello 0,7%.
Negli anni scorsi l’Italia sembrava estranea al job mismatch ma oggi il problema comincia a essere presente. Per le aziende con più di dieci addetti, il livello dei posti vacanti era dell’1% nel terzo trimestre del 2017 in corrispondenza di una disoccupazione al 10,6%. Per fare un confronto, nel secondo trimestre 2012 a una disoccupazione del 10,5% corrispondevano posti vuoti pari allo 0,5%.
Il primo Paese a lamentare il disallineamento delle competenze è stata la Germania, ma considerato il basso tasso di disoccupazione del Paese il fenomeno potrebbe essere fisiologico. Alti livelli di posti vacanti sono presenti anche in Spagna e in Belgio. Fra i settori in sofferenza, in generale il manifatturiero sembra essere il meno colpito. In misura diversa a seconda del Paese ne sono riguardati le industrie delle costruzioni, ristorazione e alberghiera (in particolare in Italia nei mesi invernali), informazione e comunicazione e le professioni scientifiche e tecniche.