La crisi del colosso delle assicurazioni cinesi Anbang rischia di avere conseguenze ampie e di coinvolgere anche le altre grandi società del Paese. La compagnia da 315 miliardi di dollari è stata salvata da Pechino e resterà per un anno sotto la gestione diretta delle autorità di regolamentazione. La decisione è stata presa perché la sua solvibilità era a rischio, a causa di operazioni illegali compiute dai vertici dell’azienda.
A preoccupare è innanzitutto l’enorme debito della società cinese HNA, gruppo che ha ammesso di avere problemi di liquidità e sarebbe vicino alla bancarotta. Secondo i dati di Bloomberg, il debito in dollari di HNA è al primo posto fra quello di altri mutuatari asiatici stressati come Noble Group Ltd. e India Reliance Communications. S&P Global Ratings ha di recente abbassato il profilo di credito di HNA Group a ccc + da b all’inizio di questo mese.
Secondo S&P, non è chiaro se l’accesso esistente ai mercati dei capitali e un apparente supporto bancario siano sufficienti per soddisfare gli obblighi imminenti di HNA. Analisti come HSBC si sono detti ottimisti sull’impatto che un default di HNA potrebbe avere sui mercati. La banca sottolinea come si tratterebbe di un caso isolato e non sistemico mentre da Lombard Odier ritengono che la situazione resterebbe gestibile.
Ma secondo il commentatore di Bloomberg Markets Live, Andrew Cinco la vicenda di Anbang porta alla mente la bolla immobiliare giapponese della fine degli anni Ottanta, e ci si deve chiedere se alla fine la Cina subirà lo stesso destino. Il colosso delle assicurazioni cinesi è proprietario, fra l’altro, dell’hotel Waldorf Astoria di New York.