Jamie Dimon, il top manager del colosso bancario americano JP Morgan, ha espresso parole molto critiche nei confronti delle politiche commerciali di Donald Trump. Il presidente Usa sta per firmare un decreto governativo che prevede l’imposizione di dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio da diversi partner commerciali degli Stati Uniti, tra cui Usa e Cina.
Anche se per alcuni commentatori le misure di stampo protezionista potrebbero essere comprensibili da un punto di vista politico, per gli economisti la scelta è economicamente controproducente visto che siamo in un mondo globalizzato nel quale l’America fa peraltro grandi affari con il commercio. Dimon è concorde sul fatto che il libero scambio e il libero mercato vadano riformati, ma lanciare una guerra commerciale senza prima negoziare non è la soluzione.
L’amministratore delegato JP Morgan., intervistato da Bloomberg TV sulle misure di Trump, ha fatto capire di non credere nella bontà di tali misure. “Non crediamo in questi dazi”, i quali hanno spinto l’ex di Goldman Sachs e top advisor economico della Casa Bianca Gary Cohn a rassegnare le dimissioni. Al pari di Cohn, Dimon teme che il piano di Trump possa finire per danneggiare l’economia e scatenare ritorsioni, piuttosto che creare lavoro in patria.
L’azienda americana US Steel ha annunciato che tornerà ad assumere negli Stati Uniti, ma Ue e Cina hanno già minacciato di prendere provvedimenti e hanno presentato un esposto di denuncia all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
Dimon, che in precedenza aveva detto di appoggiare le politiche di Trump e che sembrava uno dei favoriti al posto di segretario del Tesoro prima che Trump cooptasse Steve Mnuchin, ha spiegato che “ci sono questioni serie che riguardano il commercio. L’organizzazione WTO deve risolvere questi problemi e diventare un po’ più ambiziosa nel farlo, ma penso che i dazi siano il modo sbagliato di agire“.
“Ci potrebbero essere delle ritorsioni e questo aprirebbe un intero vaso di Pandora di altri problemi. Ci potrebbe essere un’escalation e questo potrebbe danneggiare la crescita economica”, ha spiegato Dimon, secondo cui i leader e imprenditori del mondo aziendale preferirebbero che gli Stati Uniti avessero una strategia chiara in materia commerciale.
L’ideale sarebbe che le autorità Usa negoziassero con gli altri paesi in modo organizzato, piuttosto che prendere decisioni unilaterali senza passare per la via diplomatica. A quel punto, se non si ottiene un compromesso o quello che si vuole, spiega sempre il banchiere, “allora hai il diritto di agire”.