In occasione della Giornata Internazionale delle Donne il movimento femminista ha scioperato ed è sceso nelle piazze di 40 città italiane per rivendicare diritti, parità di salario, meno precarietà e conciliazione tra vita privata e lavoro.
Come rileva l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, infatti, nell’area Ocse il gender wage gap è del 14%, ossia le donne guadagnano in media il 14% in meno degli uomini e, rispetto ad essi, svolgono quasi il doppio del cd. lavoro gratuito come, ad esempio, quello domestico o la cura dei figli (v. Figura seguente).
Iniziative come le manifestazioni di questo 8 marzo ci ricordano il senso della celebrazione, una giornata di memoria di tutte le lotte e le conquiste delle donne e delle lavoratrici nel corso della storia. Le marce di protesta delle lavoratrici statunitensi tenute all’inizio del Secolo scorso ed il tragico incendio nella fabbrica della Triangle Shirtwaist Company del 1911 hanno portato all’istituzione della Giornata Internazionale delle Donne che celebriamo ancora oggi. E, come dimostrano i dati dell’Ocse, non mancano i motivi per lottare ancora, nel XXI secolo. Come recita un famoso slogan di origine femminista, le lavoratrici vogliono il pane ma anche le rose.
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