Si stringe la morsa delle autorità statunitensi, europee, italiane e britanniche su Facebook per la vicenda dei dati relativi a 50 milioni di utenti, utilizzati illecitamente da Cambridge Analytica. In Italia anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni vuole vederci chiaro: l’Agcom ha inviato a Facebook una specifica richiesta di informazioni circa l’impiego di data analytics per finalità di comunicazione politica da parte di soggetti terzi. Lo si legge in una nota della stessa autorità.
La richiesta dell’Agcom arriva poche ore dopo che Londra e l’Ue hanno “convocato” il capo di Facebook Mark Zuckerberg per riferire sullo scandalo. La Commissione cultura della Camera dei Comuni britannica ha chiesto l’audizione del ceo di Facebook, mentre a invitare Zuckerberg a parlare davanti all’emiciclo di Strasburgo è stato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
“Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook deve dire in modo chiaro davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non sono stati utilizzati per manipolare la democrazia”, ha dichiarato Tajani in un messaggio sul suo account twitter.
Anche negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission statunitense ha aperto un’inchiesta su Facebook per presunto utilizzo di dati personali. Lo anticipa Bloomberg, specificando che scopo dell’inchiesta è chiarire se il gruppo di Mark Zuckerberg abbia illegalmente comunicato dati personali a Cambridge Analytica.
Emergono intanto nuovi dettagli sull’affaire Facebook. Per Chris Wylie – la ‘talpa’ che ha provocato lo scandalo – il programma fu avviato dalla Cambridge Analytica sotto la supervisione di Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump. Bannon, tre anni prima il suo incarico alla Casa Bianca, cominciò a lavorare a un ambizioso programma: costruire profili dettagliati di milioni di elettori americani su cui testare l’efficacia di molti di quei messaggi populisti che furono poi alla base della campagna elettorale di Trump.
Bannon entrò a far parte del board della società Cambridge Analytica quando divenne uno dei responsabili della campagna elettorale di Trump. Fu lui che aiutò a lanciare la società grazie ai finanziamenti dei suoi ricchi sostenitori.
Ieri intanto dopo il nuovo crollo in Borsa (ieri il titolo ha perso il 2,6%), Facebook ha emesso una nota in cui si legge:
“L’intera società è indignata, siamo stati ingannati”, si afferma, assicurando come sia Mark Zuckerberg sia Sheryl Sandberg stanno lavorando per appurare i fatti e prendere le misure più adeguate. “Siamo impegnati a rafforzare le nostre policy per proteggere le informazioni personali e prenderemo qualunque iniziativa perche’ questo accada”, prosegue a breve nota.