di Sandra Riccio
Se il futuro delle criptovalute è incerto, a fare breccia ci pensa la blockchain. Per Deloitte è questa tecnologia a rendere reali le promesse che arrivano dal mondo delle valute elettroniche
Dato più volte per spacciato, altrettante volte è riemerso dalle proprie ceneri e lo ha fatto in un periodo temporale molto breve. L’araba fenice in questione è il Bitcoin, la moneta matematica di cui tanto si parla negli ultimi tempi, che sembra avere tante vite quante sono le sue cassandre.
Le analisi funeste sulla crypto-currency più popolare del web abbondano. Molte tra queste hanno più volte sentenziato l’imminente fine del soldo di internet e hanno paragonato l’ascesa del bitcoin alla bolla speculativa dei tulipani nell’Olanda del 1.700. In rete c’è addirittura un sito (99bitcoins) che tiene il conto degli articoli, usciti sulla stampa più autorevole, che hanno decretato la sparizione della moneta virtuale più famosa. Il conteggio è iniziato nel 2010 e fino al 20 febbraio di quest’anno si contavano già 245 articoli che titolavano sulla morte della crypto-currency in questione. Il conteggio dei necrologi viene costantemente aggiornato. E negli ultimi tempi, con il profondo crollo delle quotazioni, il numero di voci-contro è rapidamente salito.
Dopo i picchi storici toccati in area 20mila dollari, nel mese di febbraio il bitcoin è improvvisamente sprofondato portandosi a quota 6.000 dollari (5 febbraio). Poi, nel giro di una manciata di giorni è di nuovo raddoppiato, risalendo a 11.500 dollari (20 febbraio). Anche le altre monete alternative (sul sito coinmarketcap ne sono elencate quasi 900) hanno risentito del terremoto in corso sui mercati. L’unica certezza non è tanto se il bitcoin sparirà quanto la sua volatilità. Da poco si sono mosse anche le istituzioni che in un primo tempo erano rimaste alla finestra. In prima fila ci sono le Banche centrali che hanno più volte messo in guardia investitori e piccoli risparmiatori. Il presidente della Bce Mario Draghi, a metà febbraio, ha invitato alla prudenza sulla moneta di internet. Qualche giorno dopo, il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha detto che il bitcoin ha per lo più fallito, aggiungendosi alla lista degli avvoltoi pronti a decretare la fine della valuta virtuale.
I pregi e i difetti di una moneta ancora acerba sono molti
“Di sicuro non sparirà – dice Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte – responsabile FinTech – Piuttosto si tratterà di capire come evolverà sapendo che le quotazioni potranno dirigersi ancora verso il basso o decollare verso nuovi record spinte da comportamenti irrazionali come sempre accade con le nuove tecnologie”.
L’attenzione rimane alta e l’euforia che ha accompagnato questa novità non sembra diminuire.
“Il bitcoin e le altre crypto-currency sono ancora in divenire e gli scenari futuri sono molto incerti – afferma Gianturco – Ci vorrà del tempo perché si possa arrivare a una possibile stabilità”.
Nel frattempo, in molti si stanno facendo avanti. Se da un lato crescono le critiche, dall’altro è in aumento la voglia di mettere piede in questo nuovo mondo. Facebook, per esempio, ha vietato le inserzioni pubblicitarie sulle crypto-currency sulle sue pagine. Allo stesso tempo ha però anche dichiarato di voler coniare un proprio token.
Quale che sia il futuro di questo innovativo strumento, certo è che a convincere è soprattutto la tecnologia, anch’essa virtuale, che lo sorregge. La Blockchain sta alla base delle crypto-currencies ed è nata con queste. La moneta matematica viene creata dal nulla in banche dati digitali e poi viene scambiata direttamente tra utenti, senza l’intermediazione di terzi. La tecnologia Blockchain è la complessa architettura tecnologica che vigila su questo sistema e impedisce che i dati, che riguardano queste valute, possano essere manipolati. Questa tecnologia si sta rapidamente allargando anche in altri settori, compreso quello della finanza e dei pagamenti. Per questo molti degli investimenti diretti verso il mondo fintech hanno per obiettivo proprio le applicazioni che sfruttano questo innovativo meccanismo di certificazione.
“Porterà più trasparenza, accelererà le operazioni e permetterà il raggiungimento di importanti livelli di efficienza – spiega Gianturco – A beneficiarne saranno anche le banche e gli operatori del mondo della finanza e delle assicurazioni”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del mensile Wall Street Italia