La scadenza per la presentazione del Def e l’invio alle istituzioni europee entro la fine di aprile si avvicina. Ma con la formazione del nuovo governo che va a rilento e le consultazioni che inizieranno solo il 4 aprile, il rischio di ritardare sulle consegne è dietro l’angolo. Nonostante le parole del commissario Ue VAldis Dombrovskis secondo cui la scadenza è “obbligatoria”, da Bruxelles ci sarebbe disponibilità a concedere più tempo.
Ma fra le forze politiche è scoppiato il dibattito su chi sarà a redigere le diverse parti del Documento di economia e finanza. A firmare la parte tendenziale a legislazione vigente, che fotografa l’andamento dei conti pubblici “a bocce ferme” sarà il ministro dell’Economia uscente Pier Carlo Padoan. Ma quella programmatica spetterà al nuovo esecutivo. Nell’attesa del governo ma considerando le nuove rappresentanze parlamentari, i partiti sono al lavoro per trovare un’intesa con il Mef.
Lega e M5s vorrebbero disinnescare gli aumenti dell’Iva previsti dalle clausole di salvaguardia. Una intenzione che andrà dettagliata nella parte programmatica del Def, come spiega Il Fatto quotidiano, chiarendo dove si intende trovare i 12,5 miliardi necessari per evitare gli aumenti dell’aliquota Iva nel solo 2019. Da assicurare anche la copertura finanziaria delle nuove misure che chi andrà al governo vorrà mettere in atto.
Il Movimento 5 Stelle vorrebbe un avvio soft del reddito di cittadinanza attraverso un rafforzamento di quello di inclusione (Rei) che è già in funzione. La Lega è tornata sul progetto annunciato in campagna elettorale dalla coalizione di centro destra della flat tax. Centro destra e Cinque Stelle sono d’accordo sulla revisione della legge Fornero.