Economia

Rialzo Iva dietro l’angolo: per evitarlo servono 12,5 miliardi

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Lo spauracchio dell’aumento dell’Iva a partire dal dal 1° gennaio 2019 resta dietro l’angolo. Secondo le prime bozze del DEF 2018 in circolazione in queste ore tra i ministeri, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia non sarebbe prevista, mentre il costo di un rinvio dell’operazione sembra essere troppo alto per poter essere coperto.

Solo il nuovo Governo potrebbe evitare l’aumento dell’IVA, ma per farlo deve trovare 12,5 miliardi di euro per il 2019 e 19,1 miliardi di euro per il 2020 a copertura dell’operazione. Il Governo Gentiloni ha dovuto stanziare 15 milioni di euro per evitare che il rialzo dell’aliquota IVA avvenisse già dal 2018.

Se così non fosse, a partire dal 1° gennaio 2019 avrà inizio l’aumento dell’aliquota, che, per l’effetto dell’attivazione delle clausole di salvaguardia, proseguirà negli anni successivi fino a portare l’IVA ordinaria al 25% nel 2021 e quella agevolata al 13% nel 2020. Nel 2019 l’aliquota Iva agevolata potrebbe passare dal 10% attuale all’11,5%, mentre l’IVA ordinaria salirà dall’attuale 22% al 24,2% nel corso dello stesso anno.

Come ad ogni aumento dell’IVA, a pagarne il prezzo per via diretta saranno prima di tutto i consumatori. Secondo recenti calcoli effettuati dal Sole 24 Ore, un aumento dell’imposta si tradurrebbe in una stangata di 317 euro all’anno per famiglia.  Una cifra conservativa rispetto a quella di Confesercenti, secondo cuo un aumento dell’Iva dovrebbe arrivare a costare fino a 791 euro in più a famiglia. Una cifra che potrebbe estendersi a 885 euro nell’arco del prossimo triennio.