I dati trimestrali su produzione e vendite di Tesla dei primi tre mesi del 2018 hanno lasciato alcuni punti oscuri. Secondo il comunicato diffuso dall’azienda, i veicoli prodotti sono stati 34.494, divisi tra 24.728 Model S e X e 9.766 della nuova Model 3. La società di Elon Musk sta attraversando un periodo poco favorevole, con il titolo che, fra i problemi di liquidità e quelli del Model 3, è crollato in Borsa.
Il target, già visto al ribasso, di riuscire ad arrivare a produrre 2500 Model 3 a settimana entro la fine del mese di marzo 2018 non è stato raggiunto. Tesla produce 2.000 Model 3 a settimana ma l’azienda si dice ancora fiduciosa per il futuro. Nonostante i problemi di produzione della Model 3, le vetture prodotte sono state comunque sufficienti per raggiungere il traguardo dell’auto elettrica più venduta negli Stati Uniti.
Secondo l’analista Donn Bailey, i veicoli con il margine lordo più alto di Tesla stanno diminuendo la domanda. Le vendite del Model S sono in calo rispetto a un anno fa nel primo trimestre 2017. L’ex capo delle vendite Jon McNeill, che ha rassegnato le dimissioni a febbraio 2018, aveva lavorato per sei mesi per aumentare le vendite nel terzo e quarto trimestre del 2017. Il suo intervento ha avuto un effetto benefico nel ridurre l’inventario di oltre 6.000 unità da un picco di quasi 9.000 unità nel secondo trimestre del 2017. Ma secondo i dati del primo trimestre 2018, le scorte in magazzino di nuovo in aumento, con una crescita del 63% nel primo trimestre.
Con le vendite globali di Model S e X in calo di oltre 6.000 unità nel primo trimestre, perché aumentare la produzione di queste auto di oltre 2.000 unità nel trimestre? Così si domanda Donn Bailey, secondo cui l’inventario crescente di Tesla si lega solo al denaro che è scarsamente disponibile al momento. Parte di questo eccesso di inventario potrebbe essere la Model 3, che presumibilmente sarà sottoposta ad attività di rilavorazione.