NEW YORK (WSI) – Rivelare informazioni segrete lede il lavoro di tutti e può portare a conseguenze più gravi del licenziamento. Questo l’oggetto del memo interno che Apple ha diffuso ai suoi dipendenti.
L’azienda di Cupertino ha sottolineato di aver trovato 29 leakers l’anno scorso scoperti dalla divisione Global Security di Cupertino – alcuni erano dipendenti dell’azienda, altri di alcuni fornitori – e 12 di questi sono stati arrestati.
“I dipendenti Apple spesso sono presi di mira dalla stampa, da analisti e da blogger che chiedono loro l’amicizia sui social network e cominciano a scavare per trovare informazioni. Anche se essere approcciati [dalla stampa] può sembrare lusinghiero è importante ricordare che si stanno prendendo gioco di voi”.
Così scrive Apple che nel memo ha sottolineato che la perdita di informazioni su un nuovo prodotto può avere un impatto negativo sulle vendite dei modelli attuali, dare ai rivali più tempo per iniziare a rispondere alla concorrenza e portare a un calo delle vendite quando si lancia un nuovo prodotto.
“Vogliamo avere la possibilità di dire ai nostri clienti perché il prodotto è ottimo e non è stato fatto male da qualcun altro”.
Così ha dichiarato Greg Joswiak, responsabile marketing prodotti Apple, nel promemoria. L’azienda fondata da Steve Jobs è nota per essere riservata per quanto riguarda lo sviluppo dei suoi prodotti. Nel 2012, l’Amministratore Delegato Tim Cook si è impegnato a raddoppiare gli sforzi per tenere sotto controllo il lavoro della società ma nonostante ciò, i media hanno continuato a riportare notizie sull’azienda per soddisfare la domanda di informazioni da parte degli investitori. Nel 2017, Apple ha tenuto un incontro riservato con i dipendenti in un altro tentativo di fermare le fughe di notizie e ora il memo che suona ai più come una minaccia: se rivelate notizie non solo verrete licenziati ma la vita lavorativa dopo non sarà per nulla semplice.
“Queste persone non solo perdono il lavoro, ma possono anche incontrare enormi difficoltà a trovare lavoro altrove (…)”.