I prezzi delle materie prime hanno visto questa settimana un’impennata nei prezzi. La gomma è aumentata del 5% giovedì, dopo che la Cina ha annunciato misure antidumping provvisorie sulle importazioni. Le misure riguarderanno la gomma butilica alogenata importata dagli Stati Uniti, dall’Unione europea e da Singapore, secondo quanto riferito da Reuters. Anche il nichel è cresciuto del 4%, con un aumento di circa il 20% nella settimana. Il legname ha toccato livelli record, diventando il secondo prodotto industriale con le migliori performance negli ultimi 12 mesi.
Anche il petrolio è ai massimi dal 2014, con il crollo delle scorte e le preoccupazioni per le tensioni geopolitiche in Medio Oriente che pesano sui mercati. Il greggio Brent è arrivato oltre i $ 74 al barile nella mattina di giovedì, dopo che i dati hanno mostrato un calo a sorpresa negli inventari petroliferi statunitensi. Anche il greggio Wti sta aumentando e ha segnato un massimo triennale di $ 68,95.
La scorsa settimana gli attacchi militari di Stati Uniti, Regno Unito e Francia in Siria hanno contribuito a spingere i prezzi del petrolio più in alto, tra le preoccupazioni per l’interruzione delle forniture dalla regione. Allo stesso modo, fra le cause del rialzo la notizia riferita da Reuters che l’Arabia Saudita sta spingendo per prezzi più alti, forse anche 100 dollari al barile.
L’analista Jasper Lawler di London Capital Group ha affermato: “stanno iniziando ad essere entusiasti del fatto che il mercato del petrolio si sta finalmente riequilibrando con l’eccesso di offerta globale che evapora. Mentre può essere prematuro pensare che il gruppo guida dell’OPEC faccia tagli alle forniture, i numeri indicano certamente una potenziale fine in vista”.