Continuare sulla strada della crescita senza dimenticare i vincoli di bilancio. Queste le priorità delineate da governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per il nuovo governo ribadite in occasione della conferenza finale della riunione dell’Fmi, insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Visco ribadisce a questo proposito di essere ”convinto che ci siano le condizioni” affinchè prevalga il senso di responsabilità nella politica economica italiana nei prossimi anni. Visco spiega che ”non si può fare altro che questo, cioè proseguire nel tenere conto di uno stato favorevole sul fronte congiunturale, di una politica monetaria e di condizioni finanziarie favorevoli per il finanziamento delle imprese, e di un’occupazione che sta riprendendo”.
E’ necessario continuare
”lungo un sentiero che è stato intrapreso e anche tenendo conto del limite importante che abbiamo sul fronte dei conti pubblici – aggiunge Visco -. Abbiamo un debito accumulato negli anni 1970 e 1980 e con il quale dobbiamo fare i conti. Per portarlo giù rispetto al prodotto da un lato è necessaria la crescita, forse da irrobustire, dall’altro non bisogna deviare dal sentiero dal contenimento delle uscite pubbliche e di un mantenimento delle entrate”.
Per quanto riguarda il rallentamento economico italiano di inizio 2018, Visco spiega che si tratta di:
“qualcosa che avevamo previsto. Lungo questo sentiero di previsioni su cui ci stiamo muovendo sarebbe auspicabile che ci fosse un po’ piu di capacita’ anche di far crescere la domanda. Questo dipende anche dallo stato di fiducia e di incertezza che c’e’ in questo momento e va dissipato”.
Sul fronte globale, il numero uno di Bankitalia individua la presenza di rischi causati da una guerra commerciale.
‘Vi sono annunci oltre che azioni di restrizione del commercio. Il problema è che questi annunci possono creare molta incertezza sul fronte commerciale e quindi rallentare se non far tornare indietro l’attività di investimento in varie parti del mondo’‘ spiega Visco, ritenendo comunque che il braccio di ferro commerciale in atto fra Stati Uniti e Cina non si tradurrà in una rottura. ”Io penso di no ovviamente, ma è importante evitare anche questo stato di incertezza”.