La politica economica degli Stati Uniti ha vissuto diverse fasi a seconda di chi è stato alla guida del Paese. Se tre degli ultimi quattro presidenti repubblicani hanno creato deficit con grossi tagli fiscali per i più ricchi e aumenti delle spese militari, gli ultimi presidenti democratici hanno ridotto il deficit di bilancio in modo drastico durante il loro mandato. Ma secondo quanto scrive Dean Baker, economista del Center for Economic and Policy Research di Washington, in un commento su Truthout, la responsabilità fiscale non sempre è da vedere come positiva: i deficit più bassi possono infliggere danni devastanti all’economia riducendo la domanda, portando a milioni di lavoratori disoccupati.
Se si confrontano le proiezioni del Congressional Budget Office (CBO) per il Pil potenziale nel 2018 fatte prima della Grande recessione con le attuali proiezioni, il divario supera i 2 trilioni di dollari, ovvero il 10% del Pil. “Se fossimo riusciti a mantenere alti livelli di domanda nel 2008 e negli anni successivi, piuttosto che cadere in una grave recessione con una debole ripresa”, scrive Baker, “il reddito annuale di una famiglia media sarebbe di $ 15.000 all’anno più alto”.
Se si fosse riusciti a evitare la recessione e mantenere alti livelli di produzione, il Pil potenziale sarebbe oggi del 5% più alto, la metà di quanto il CBO aveva proiettato nel 2008. In questo caso, la perdita da troppa responsabilità fiscale (cioè da deficit troppo piccoli) sarebbe di $ 1 trilione all’anno o $ 7500 per famiglia.
Di certo i deficit possono essere senza dubbio dannosi, concede Baker, che continua: “Quando l’economia sta raggiungendo i suoi limiti, come indicato da una carenza di lavoratori o di altri fattori produttivi e dal rapido aumento dei salari e dei prezzi, un deficit più elevato peggiorerà questo problema. Ma non abbiamo ancora raggiunto questo punto e non sappiamo quanto siamo vicini a toccarlo”.