Dopo le autorità svizzere anche quelle statunitensi accettano formalmente le criptovalute. La Federal Reserve di St. Louis ha pubblicato uno studio in cui viene di fatto legittimato il Bitcoin, che viene riconosciuto non come forma di moneta classica, bensì come un sistema di pagamento tramite token decentralizzato dalla portata innovativa.
Bisogna insomma fare ricorso a una definizione del tutto nuova con il Bitcoin. Nonostante la sua natura decentralizzata, il sistema della blockchain su cui si basano i Bitcoin “funziona” secondo le autorità monetarie statunitensi e proprio il modo in cui sono distribuite le informazioni e la sua “decentralizzazione” sono le caratteristiche che costituiscono il vero aspetto innovativo.
Proprio questo essere decentralizzato implica che un’emissione di bitcoin o altre crypto da parte delle banche centrali è inutile, anche se tecnologicamente facilmente attuabile, secondo la Fed di St. Louis. “Una banca centrale non emetterà criptovalute nel senso di un asset veramente decentralizzato e senza permessi” che consente (in teoria) agli utenti di rimanere anonimi nascondendosi dietro a degli pseudonimi.
Rimane aperta soltanto, dunque, la strada dell’emissione di divise nazionali in versione digitale. Detto questo viene riconosciuta la potenzialità della rete blockchain. Quella su cui opera il Bitcoin viene definito “un sistema contabile decentralizzato che “ha il potenziale di cambiare l’infrastruttura di pagamento e il sistema finanziario” vigenti.
“Il Bitcoin è la prima moneta virtuale per cui i diritti di proprietà delle varie unità monetarie sono gestiti in una rete decentralizzata. Non esiste un’autorità centrale, non ci sono dirigenti e non c’è un management. Eppure funziona“, si legge nel report.
Svizzera, criptovalute riconosciute ufficialmente
Le conclusioni a cui sono arrivate le autorità americane ricordano da vicino quelle a cui era arrivato l’organismo di controllo dei mercati svizzeri. Nell’ambito di un nuovo quadro di normative per regolamentare le criptovalute, la FINMA ha infatti definito il bitcoin un “token di pagamento”.
Per regolamentare le valute crittografiche e mettere fine al Far West delle ICO viene fatta una distinzione tra tre tipi di token emessi. I Payment token vengono riconosciuti come critpovalute di tipo Bitcoin o Ether che si inquadrano quindi nella legge anti riciclaggio.
Gli Utility token danno diritti di accesso digitale a un servizio o a un prodotto che verrà fornito in futuro. Il modello ricorda pertanto da vicino quello dei progetti di crowdfunding come Kickstarter, con la differenza che è garantito dalla blockchain, che registra tutte le transazioni che avvengono con i ‘gettoni’.
Infine, viene affrontato il capitolo forse più importante – visti i rischi di frode che comporta – gli Asset token. Questi offrono una partecipazione ai ricavi, ai dividendi o alti interessi di una società e si possono quindi considerare al pari di stock option o asset finanziari (azioni, obbligazioni). Verranno pertanto regolati nella stessa maniera.
Gli attori del settore hanno salutato con favore le linee guida e le decisioni delle banche centrali. Alexis Roussel, co-fondatore della piattaforma di trading di monete crittografiche bity.com, dice che “non solo la FINMA ha fatto un lavoro approfondito per rafforzare la posizione della Svizzera nella crypto economia, ma ha anche chiarito il quadro legale senza cambiarlo”.
È per certi versi da considerare come un attestato di fiducia al mondo crypto, dal momento che “si riconosce formalmente questo tipo di economia evocando per la prima volta in un documento ufficiale le criptovalute, mentre prima d’ora si parlava soltanto di monete virtuali” in modo vago.
L’assenza di una regolamentazione precisa e unificata e il fatto che siano considerate fuori legge dalle autorità sono tra i fattori che sinora hanno messo un freno allo sviluppo e alla crescita delle monete crittografiche. Ora che Fed e FINMA dimostrano di concordare a grandi linee nel riconoscere Bitcoin e blockchain come forme di pagamento, c’è da aspettarsi presto il raggiungimento di un ampio consenso circa la definizione specifica da dare a questi strumenti che sono anche finanziari.
A quel punto saremmo di fronte a un cambiamento forse epocale.