Un eventuale fallimento nei colloqui tra Corea del Nord e Stati Uniti sul programma nuclare di Pyongyang potrebbe riaccendere l’appetito di Washington per un’azione militare. È l’avvertimento lanciato da alcuni analisti, in vista del colloquio di fine maggio tra il presidente Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un.
Il summit arriva dopo un 2017 un tumultuoso che ha visto i due leader comunicare a colpi di minacce e insulti reciprochi. Mentre l’incontro, in calendario il prossimo mese, è considerato una tregua gradita dopo un anno di tensioni, la posta in gioco è alta.
“Se il vertice non si concluderà con un accordo, i rischi di guerra aumenteranno, superando i livelli di allarme precedenti”, ha detto Alison Evans, analista presso all’IHS Markit.
Le difficoltà nel raggiungimnto di un’intesa sono alimentate dal fatto che la Casa Bianca e Pyongyang hanno una diversa idea di denuclearizzazione.
“I processi di pace sono generalmente considerati un test per la diplomazia, quindi quando falliscono, non è solo lo specifico processo di pace che ha fallito, ma è la diplomazia che ha fallito”, ha detto alla Cnbc Bruce Jones, vice presidente del think tank Brookings Institution, aggiungendo che “una volta che gli obiettivi politici vengono considerati irraggiungibili, allora la logica della soluzione militare aumenta in modo significativo”, ha proseguito.
Un’idea condivisa da Evans, secondo cui
“Il fallimento del vertice potrebbe sostanzialmente screditare l’opzione della diplomazia nella penisola coreana, spianando la strada per un conflitto militare”.
Se il vertice dovesse fallire,
“potrebbe davvero avvicinarci la guerra, perché in tal caso avremo esaurito tutte le opzioni diplomatiche”, aveva già sentenziato Victor Cha, professore alla Georgetown University e senior advisor presso il Center for Strategic and International Studies all’inizio di questo mese.