NEW YORK (WSI) – Nuovo capitolo del Russiagate, l’inchiesta sui presunti aiuti forniti dalla Russia di Vladimir Putin per far vincere Trump alle presidenziali contro Hillary Clinton: il procuratore speciale Robert Mueller ha minacciato di citare a giudizio Donald Trump, evocando la possibilità di emettere un mandato per far interrogare il presidente americano davanti a un grand giury.
A scrivere dell’indiscrezione il Washington Post secondo cui a inizio marzo ci sarebbe stato un incontro tra Mueller e gli avvocati del presidente in cui questi ultimi avrebbero insistito sul fatto che il presidente non ha alcun obbligo di parlare con gli investigatori. Mueller, secondo quanto riporta il Washington Post, avrebbe risposto che aveva un’altra opzione in caso di rifiuto: emettere un mandato di citazione in giudizio.
Il procuratore speciale Mueller, comunque, avrebbe fornito ai difensori di Trump informazioni più specifiche sui temi dell’interrogatorio su cui poi l’avvocato Jay Sekulow avrebbe compilato una lista di 49 domande da fare al presidente. Almeno “quattro dozzine di domande” scrive il New York Times con vari punti interrogativi che spaziano dai post Twitter di Trump ai suoi rapporti con la famiglia, al licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey e del primo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, fino all’incontro del 2016 tra strettissimi collaboratori di Trump tra cui il figlio, Donald Junior ed emissari di Mosca.
Nel mirino del procuratore ci sarebbe anche il genero di Trump, Jared Kushner, che tentò di stabilire una comunicazione privilegiata con il Cremlino. In replica allo scoop del New York Times, che ha pubblicato l’elenco di oltre 40 domande che il procuratore Mueller intende porre al presidente Usa, è intervenuto lo stesso Trump che in tweet parla di “vergognoso” l’articolo del Nyt, negando di voler “ostruire la giustizia“.