L’intero vertice di Banesco, la più grande banca privata del Venezuela, è stato arrestato con l’accusa di azione per omissione. Dopo mesi di indagini il banchiere Juan Carlos Escotet, fondatore e presidente di Banesco, e 10 alti dirigenti dell’istituto, dal presidente esecutivo, al consigliere giuridico, al vicepresidente, fino alla direttrice e ai vicepresidenti all’amministratore delegato sono considerati gli autori di una vasta rete di transazioni di cambi illegali alla frontiera con la Colombia, da mesi crocevia di un vastissimo flusso migratorio di gente che fugge dal paese.
Come ha affermato il procuratore generale designato dall’Assemblea costituente, Tarek William Saab, i vertici della banca hanno scontano l’accusa di aver sviluppato “un attacco sistematico alla moneta nazionale, portando avanti progetti di mafia economica tramite i quali si sono realizzate gestioni clandestine per sottrarre dalla circolazione la valuta contante”.
La Procura generale accusa la Banesco di aver favorito il mercato nero, alimentando in questo modo l’inflazione e i cambi illegali che sono completamente fuori controllo. Secondo la Procura a Banesco possono essere ricondotti il 90 per cento dei conti bancari associati alle azioni irregolari riscontrate dagli inquirenti.
La Banesco serve oltre 8 milioni di clienti in tutto il paese e controlla circa il 24% del mercato e secondo il presidente della banca Juan Carlos Escotet, la più grande banca privata del Venezuela ha attirato sempre più l’attenzione del governo a causa dell’impennata dei prezzi e della crescente scarsità di liquidità.
All’inizio di quest’anno, il leader del partito socialista al governo, Diosdado Cabello, aveva affermato che il governo stava per avviare colloqui per l’acquisto della banca, e poi ad aprile, l’amministrazione Maduro ha dichiarato di aver avviato una “indagine amministrativa” su Banesco l’arresto del board della banca quindi potrebbe essere il primo passo per trasformare il principale istituto finanziario privato in un ente pubblico.