In una decisione che era largamente attesa e che piacerà a Israele e sauditi, il presidente degli Stati Uniti d’America ha deciso di tirarsi via dall’accordo internazionale sul programma nucleare iraniano stretto tre anni prima dal suo predecessore Barack Obama.
Donald Trump ha annunciato che tornerà a imporre sanzioni economiche contro l’Iran, senza però entrare nel dettaglio. “L’accordo, definito dal commander-in-chief Usa “inaccettabile e ingannevole“, “non avrebbe mai dovuto essere firmato”, secondo Trump.
Intervenuto dalla Casa Bianca, Trump ha sottolineato che l’accordo negoziato dall’amministrazione Obama ha il difetto di non proteggere a sufficienza gli interessi e la sicurezza nazionale Usa.
Trump ha parlato a lungo del programma missilistico dell’Iran, osservando di avere avuto le prove da Israele, anche se questa attività non viene citata nell’accordo originale il cui obiettivo era quello di offrire l’annullamento delle sanzioni in cambio del ridimensionamento del programma di arricchimento dell’uranio che Teheran sostiene abbia scopi civili, ma che l’Occidente teme abbia fini militari.
Va ricordato che Israele e Usa, due paesi che si oppongono al programma, sono dotati di armi nucleari. Un alleato naturale dell’Iran è considerata un’altra potenza nucleare, la Russia, che in Siria è schierata a fianco del governo Assad, nel quadro di una lunga e sanguinolenta guerra civile per procura, in cui i ribelli tra cui i curdi e le fazioni del Free Syrian Army sono addestrati e sostenuti dagli Usa.
Israele colpisce Iran in attacco a una base in Siria
Da parte sua Israele, o per la precisione l’agenzia di intelligence del paese, è convinta che l’Iran, nemico giurato stato ebraico, stia sfruttando il conflitto civile in territorio siriano per far arrivare armi sofisticate al braccio armato libanese Hezbollah, che ha peraltro appena ottenuto una vittoria politica importante nelle elezioni in Libano.
Nel suo intervento (vedi video) Trump ha citato il ruolo dell’Iran nei conflitti che da regionali sono diventati internazionali in Yemen (dove Teheran sta aiutando i ribelli anti governativi Houthi, che lottano contro il potere pro saudita) e in Siria. Il presidente Usa ha accusato l’Iran di “finanziare il terrore“, lanciando un appello alla popolazione perché si ribelli contro il regime.
Trump ha fatto un paragone tra le decisione prese ieri alle 20 italiane e i negoziati in corso con la Corea del Nord e che hanno lo scopo di mettere fine al programma nucleare di Pyongyang, un paese isolato diplomaticamente che però minaccia di colpire Giappone e Stati Uniti con i suoi missili balistici.
Il leader iraniano Rouhani ha risposto alla misura di Trump dicendo che “se il paese ne avrà bisogno è in grado di arricchire l’uranio nel giro di tre settimane”. La capa della politica estera europea Mogherini ha precisato che “l’Ue è determinata ad agire per conseguire i suoi obiettivi in materia di sicurezza e per proteggere i suoi investimenti economici” e che quindi non teme uno scontro con Trump.
Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha esortato le altre nazioni firmatarie a preservare l’intesa con l’Iran, che secondo l’organizzazione delle Nazioni Uniti rimane un tassello fondamentale per mantenere la pace nel Medioriente e nel mondo.
La tensione geopolitica altissima sta spingendo i prezzi del petrolio sopra i 71 dollari al barile, evento che non si verificava da novembre 2014 (vedi grafico sotto) e che segue le violente oscillazioni della vigilia dovute alla crescente suspense pre-annuncio di Trump. Israele nel frattempo approfitta della distrazione generale per attaccare ancora una volta una base militare in Siria con obiettivo l’Iran. A sud della capitale Damasco, dove è stato diretto il bombardamento, si trovavano uomini e armi iraniane.