ROMA (WSI) – Mentre si sta realizzando concretamente il nuovo esecutivo di tregua che dovrà riuscire ad arrivare almeno a dicembre il primo grande ostacolo che si dovrà affrontare è scongiurare l‘aumento Iva.
Sul tavolo servono in particolare 12,5 miliardi di euro per il 2019 e 19,1 miliardi di euro per il 2020 il tutto per evitare che scatti il tanto temuto aumento dell’imposta sul valore aggiunto al 25, una mannaia per i consumi.
A dare qualche numero è la Coldiretti, secondo cui l‘aumento Iva e accise sarebbe un duro colpo per la spesa delle famiglie italiane, in alimenti e bevande. Il pericolo dell’aumento Iva riguarda beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota attuale al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie.
“Va scongiurato l’aumento Iva, perché andrebbe a colpire duramente la spesa alimentare delle famiglie che finalmente nel 2017 ha invertito il trend dopo cinque anni di valori negativi, facendo segnare un balzo record del 3,2% – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana. Considerando il valore medio dell’agroalimentare toscano intorno ai 6 miliardi di euro un aumento medio del 2% dell’iva incrementa i costi per le famiglie per 120 milioni di euro che andrebbero a scaricarsi in particolari sulle categorie più fragili”.
Le conseguenze dell’aumento Iva sarebbero pesanti anche sull’intero sistema economico.
“La spesa alimentare è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi ed è quindi un elemento importante per la ripresa dell’economia, che rischierebbe un pericoloso stop. Inoltre la diminuzione del potere di acquisto determina una contrazione dei consumi nei confronti di produzioni di maggiore qualità, spostando forzatamente l’attenzione dei consumatori su prodotti agro-alimentari di qualità inferiore”.