Mentre i prezzi del Bitcoin tentano faticosamente di raggiungere la soglia dei 10 mila dollari, minati tra gli altri fattori da continue critiche da parte di noti investitori, c’è chi ancora scommette su un rimbalzo sostanzioso dei prezzi nel corso dei prossimi due anni.
Sono di questo avviso gli analisti di Fundstrat Global Advisors, che in una ricerca resa nota ieri prevedono che, entro il 2019, la criptovaluta avrà un prezzo compreso tra i 20.000$ e i 64.000$.
Alla base delle previsioni c’è il mining, ovvero il processo ad alta intensità di energia con cui viene creato il Bitcoin. In questo processo, i computer ricevono la criptovaluta come ricompensa per la risoluzione di complesse equazioni matematiche. La potenza di elaborazione per indovinare la soluzione è nota come “potenza hash”, che secondo Fundstrat aumenterà del 350% fino al 2019.
“Riteniamo che l’attuale percorso di crescita della potenza hash supporti un prezzo del Bitcoin di circa $ 36.000 entro la fine dell’anno 2019, con una gamma di $ 20.000- $ 64.000”, ha detto in una relazione Sam Doctor, responsabile della ricerche di Fundstrat.
I calcoli si basano sul rapporto prezzo / mining breakeven (P/BE), che per gli esperti si è “dimostrato un livello di supporto molto affidabile”.
“Ci aspettiamo che nei prossimi anni l’economia del mining crescerà e basandosi sulla media storica di 1,8 del rapporto P/BE,” ha aggounto in un messaggio su Twitter, Tom Lee, tra i fondatori di Fundstrat.
Se queste sono le previsioni nel biennio, al momento la realtà sembra tutt’altro che rosea. Le quotazioni del Bitcoin questa mattina si attestano intorno a 8.721,46 dollari con una calo del 10% circa nell’ultima settimana.