ROMA (WSI) – Potrebbe essere l’ultimo totonomi dei ministri che i media azzardano prima che si formi in via ufficiale il nuovo governo a guida Lega-M5S.
Se da una parte sembra che il nome del premier ci sia – il professore Giuseppe Conte – in queste ore si parla degli altri ministri. Tra questi circola quello dell’economista Paolo Savona, 81 anni, ex ministro dell’Industria di Ciampi, da sempre contrario all’accettazione dei parametri di Maastricht, che potrebbe andare alla guida del ministero del Tesoro.
Savona considera l’euro un cappio per l’Italia come scriveva nel 2010, sul Foglio:
“Anche se si fa finta che il problema non esista, il cappio europeo si va stringendo attorno al collo dell’Italia. E’ giunto il momento di comprendere che cosa stia effettivamente succedendo nella revisione del Trattato di cui si parla e nella realtà delle cose europee, prendendo le necessarie decisioni; compresa quella di esaminare l’opportunità di restare o meno nell’Unione o nella sola euro area, come ha fatto e fa il Regno Unito gestendo autonomamente tassi di interesse, creazione monetaria e rapporti di cambio”.
Concetti ribaditi recentemente nel corso di un’intervista a Vita.it riportata da Repubblica:
“Se l’Italia non l’ha già fatto, è giunto il momento d’avere pronto un Piano B – di fine dell’euro o di uscita dallo stesso – che dal 12 maggio 2011 ho insistentemente richiesto di approntare. Gli accordi costruiti male o firmati da Paesi con intenti egemoni non hanno lunga vita. Se dovessimo essere colti impreparati all’evento, sarebbe veramente un dramma”.
Altro nome in pole position per il dicastero di via XX Settembre – anch’egli noto per il suo euroscetticismo – è quello del leghista Giancarlo Giorgetti: sfumata la proposta di metterlo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giorgetti è visto bene al Mef. Da più di vent’anni in Parlamento, eletto per la prima volta alla Camera nel 1996, Giorgetti, laureato alla Bocconi, commercialista e revisore dei conti è diventato l’uomo-ponte della Lega verso i centri dell’economia e della finanza. Se non sarà al Tesoro, Giorgetti potrebbe diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Gli altri nomi? In pole position il presidente di Fincantieri ed ex direttore generale della Farnesina,– alla Giustizia il pentastellato Alfonso Bonafede, alle Infrastrutture la collega Laura Castelli e Riccardo Fraccaro potrebbe andare alla Semplificazione. Tra i leghisti, i nomi di Nicola Molteni e Lorenzo Fontana circolano per l’Agricoltura, Gianmarco Centinaio al Turismo e Simona Bordonali al neonato ministero dei Disabili.