Mattarella rompe indugi: incarico a Conte, nasce il governo del cambiamento
Alla fine Sergio Mattarella si è convinto e ha dato a Giuseppe Conte, designato da M5S e Lega, l’incarico di formare un governo. Il presidente della Repubblica ha convocato alle 17.30 il professore di diritto del lavoro proposto dai due partiti euroscettici e anti sistema per dirigere l’esecutivo “del cambiamento”. Conte aveva generato dubbi per la sua mancanza di esperienza politica e per la credibilità macchiata da un curriculum vitae apparentemente gonfiato.
Vista l’esitazione del Quirinale, M5S e Lega hanno aumentato le pressioni su Mattarella nelle ultime ore, dicendosi pronti a tornare alle urne se Conte non fosse stato nominato primo ministro del governo dopo che le due forze politiche avevano trovato un accordo sulla sua candidatura. Mattarella in cambio chiede però garanzie al nuovo esecutivo sul rispetto degli impegni europei e internazionali. Il suo desiderio era quello di nominare un vero capo di governo, capace di gestire la politica dell’esecutivo e assumersi le responsabilità del caso, come vuole la Costituzione.
Il capo del Quirinale ha avuto dei dubbi sull’autorità di Conte, un giurista riservato di 54 anni privo di alcuna esperienza politica, di fronte ai ministri pesi massimi che propongono Lega e M5S, tra cui gli stessi due leader dei partiti. Per Di Maio c’è pronto il ministero del Lavoro e per Salvini quello degli Interni. La credibilità e onestà di Conte era stata messa in discussione dal caso del suo CV gonfiato, in cui vengono citati perfezionamenti professionali nelle università di Yale, della Sorbona, di Cambridge, della New York University (NYU) e dell’International Kultur Institut di Vienna.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.