Mentre cresce l’attesa dei mercati sui nomi dei ministri del governo M5S-Lega, l’Italia continua a essere sotto i riflettori dei mercati che tentano di capire se il nuovo esecutivo possa in qualche modo creare problemi sistemici per l’intera eurozona per via dell’impennata dello spread.
Un’ipotesi, quest’ultima, esclusa da Goldman Sachs, che in una nota di ieri ha scritto:
“Riteniamo che lo spread sovrano italiano rimarrà sopra i livelli che sarebbero ottimali al momento (120-140 punti base) ma non raggiungerà livelli tali da creare problemi sistemici per l’intera eurozona” specificano gli esperti, sottolineando come al momento “gli investitori non sembrano eccessivamente preoccupati dalla prospettiva di un allentamento del rigore fiscale.
Per quanto riguarda il contrattao di governo tra M5S e Lega, la banca d’affaro nota che:
“I piani fiscali contenuti nel “contratto” non sono finanziabili e quindi dovranno alleggeriti e messi in debita sequenza. Inoltre se perseguiti in modo unilaterale, porterebbero a uno scontro fra il nuovo governo e i partner europei dell’Italia, dato l’attuale impegno a seguire le regole europee e a ridurre progressivamente il debito pubblico” specificano, aggiungendo che “Nondimeno sembra esserci una disponibilità da parte delle forze del mercato a concedere allo stadio attuale il beneficio del dubbio alle nuove autorità. Nonostante l’alto livello del debito pubblico, l’Italia ha probabilmente ancora dello spazio fiscale disponibile. Il paese genera da tempo un surplus primario stabile, l’inflazione e i tassi reali sono bassi e la banca centrale continuerà a comprare i bond governativi attraverso il reinvestimento del portafoglio costituito con il Qe nel corso dei prossimi anni”.
In ultima analisi, conclude Goldman Sachs, il metro di paragone con cui giudicare l’espansione fiscale italiana sarà la misura in cui riuscirà a rianimare la crescita strutturale e ad alzare gli standard di vita.