Dopo 85 giorni di stallo e di tentativi infruttuosi di dare un governo al Paese, salta l’ipotesi di un governo M5S-Lega. Ieri il premier incaricato Giuseppe Conte ha rimesso l’incarico al Presidente della Repubblica, che ha convocato per oggi Cottarelli, l’ex commissario alla spending review del governo Renzi.
Decisivo il nodo sul nome dell’economista sardo Paolo Savona, candidato al ministero dell’Economia.
“Ho accettato tutti i ministri tranne quello dell’Economia, ho registrato con rammarico indisponibilità ad ogni altra soluzione”, ha sottolineato Mattarella, che aggiunge durante il suo discorso dopo la rinuncia di Conte: “Non posso subire imposizioni”
Mattarella è costretto a ricordare le sue prerogative che gli dà la Costituzione, spiegando di non aver mai ostacolato la formazione di un governo politico e anzi di aver sostenuto il tentativo di formare un esecutivo in base alle regole previste dalla Costituzione. Il suo ruolo, sottolinea ancora una volta, non ha mai subito né può subire imposizioni.
Irritazione forte quella di Luigi Di Maio, che chiede l’impeachment del Capo dello Stato. E mentre Matteo Salvini, per il momento, glissa sull’ipotesi che i 5 Stelle vogliono invece portare in Parlamento, il leader della Lega commenta:
“Abbiamo dimostrato buon senso, generosità, responsabilità. Abbiamo rinunciato al presidente della Camera, al presidente del Senato, alla presidenza del Consiglio. Abbiamo finito di rinunciare. Quello che dovevamo fare, l’abbiamo fatto”. Che chiede con forza ritorno al voto:“Subito la data delle elezioni o andiamo a Roma“.
Mattarella ha tuttavia in serbo un piano B: per questa mattina è stato convocato al Colle Carlo Cottarelli, l’economista che non dispiaceva né al M5s né alla Lega per il lavoro da lui a suo tempo svolto sulla spending review. Per Cottarelli, “uomo dei conti” di garanzia per i mercati, che si autodefinisce un keynesiano, potrebbe profilarsi un incarico per un governo del Presidente traghettatore: se dovesse essere bocciato dal Parlamento, porterebbe il Paese a nuove elezioni. Probabilmente a ottobre, non prima.
Intanto i mercati reagiscono bene, con lo Spread che cala dopo aver raggiunto quota 200 punti base nei giorni scorsi. Mark Zandi, Chief Economist di Moody’s Analytics, ripreso dal qutidiano La Stampa, anticipava che la prima reazione dei mercati avrebbe potuto essere negativa per via del caos politico. Gli investitori però sembrano aver preferito guardare all’aspetto positivo, perchè gli istinti più estremistici del nuovo governo sono stati bloccati. Per ora.
Intanto lo scontro istituzionale si trasforma in una crisi grave: Di Maio e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia continuano a chiedere la messa in stato di accusa per il presidente della Repubblica, mentre il leader della Lega fa un gioco diverso: non vede l’ora di tornare al voto, consapevole di poter avere la possibilità di puntare a ottenere i numeri per governare anche con la coalizione di centro destra.
Massimo D’Alema di Liberi e Uguali ha avvertito che dopo quello che è successo Lega e M5S potrebbero prendere l’80% alla prossima tornata elettorale. Maurizio Martina del PD ha promesso manifestazioni di piazza se non cesseranno gli attacchi inauditi a Mattarella, accusando Lega e M5S di aver continuato a fare campagna elettorale senza badare agli interessi e alla stabilità del paese.