L’Italia boccia, insieme ad altri dieci Paesi, il compromesso sulla riforma del Trattato di Dublino, che avrebbe rivisto le regole sul diritto di asilo per i migranti che arrivano nell’Unione europea. Il no sulla proposta di accordo fatta dalla presidenza bulgara dell’Ue è arrivato durante la riunione dei ministri dell’Interno e della Giustizia dei 28 a Lussemburgo. Fra i contrari, anche se per ragioni diverse, Spagna, Germania, Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca.
La Germania aveva già espresso i suoi dubbi sul testo presentato e questa mattina ha confermato che non avrebbe votato il compromesso, seguita dalla Svezia, che, per voce del suo ministro alla migrazione Helene Fritzon, ha sintetizzato il centro della discussione:
“L’Europa ha bisogno di un’intesa sulla riforma di Dublino, ma con le elezioni delle destre in Europa oggi è un problema raggiungere un compromesso. C’è un clima politico più duro, non si tratta soltanto dell’Italia ma anche della Slovenia”.
Italia che, con il neo ministro dell’Interno Matteo Salvini si è detta soddisfatta del risultato. Salvini ha ribadito la necessità di dire “no alle nuove politiche di asilo perché lasciano soli i Paesi del Mediterraneo, Italia Spagna, Cipro e Malta”.
Il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani ha chiesto che anche l’Italia contribuisca a “gettare un ponte” tra le istituzioni europee in nome di uno “spirito di cooperazione che consenta una riforma pragmatica” del sistema d’asilo. Ma gli spazi per riprendere un dialogo sembrano molto stretti. “La riforma è morta”, ha affermato il sottosegretario di Stato belga responsabile dell’Immigrazione, Theo Francken, all’uscita dalla riunione.