Nulla di fatto per alle sanzioni fino a 30 euro per chi, commercianti o professionisti, non accettano i pagamenti con carte. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza depositata lo scorso 1 giugno. A far cascare la nuova norma sono alcuni punti che secondo il Consiglio di Stato restano vaghi come ad esempio la mancanza di sanzioni per l’assenza di Pos o per la mancata accettazione di un pagamento.
Facciamo un passo indietro. L’obbligo del Pos era stato introdotto dal decreto Crescita del governo Monti del 2012, senza definire la multa. Che come ricorda, Il Sole 24 Ore, sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1° febbraio 2016 proprio per effetto del decreto attuativo previsto dalla legge di Stabilità 2016 (legge 208/2015) che contestualmente aveva ridotto a 5 euro l’importo da cui accettare i pagamenti tracciabili.
Ed è proprio su questo punto è arrivata la bocciatura da parte del Consiglio di Stato secondo cui l’introduzione delle multe a chi rifiuta il pagamento elettronico è stato ripescato dall’articolo 693 del codice di procedura penale: “chiunque rifiuta di ricevere monete con corso legale nel territorio dello Stato è punito con la sanzione amministrativa fino a € 30”.
Il legislatore avrebbe voluto estendere questa sanzione anche alla moneta di plastica. Ma non ha ottenuto il via libera dei giudici del Consiglio di Stato perché il richiamo all’articolo 693 è “non condivisibile sul versante strettamente giuridico”, ossia non rispettato il principio sancito dall’art. 23 della Costituzione secondo il quale nessuna sanzione “può essere imposta se non in base alla legge”.