“Uno dei temi più consistenti per i mercati dei cambi negli ultimi anni è stata la mancata reazione a potenziali rischi politici fino a quando la minaccia non è imminente. Con la sterlina che continua a essere valutata in maniera positiva, vale la pena notare come alcuni di questi rischi siano imminenti”: esordisce con queste parole la nota Aerial View della banca d’affari Bny Mellon, notando come il voto della legge su Brexit possa nascondere “pericoli per il primo ministro”, Theresa May.
Il voto sulla Brexit bill è atteso il 12 giugno, e i numeri per far passare la linea del governo si preannunciano molto stretti. La sessione di discussione, per la verità, è prevista di una lunghezza tale che il voto potrebbe avere luogo solo il mattino successivo. “Il governo conservatore fa affidamento sul sostegno dei 10 deputati Democratici unionisti per ottenere una maggioranza sulla fiducia. Arlene Foster, leader del DUP, ha chiarito che ritirerà il sostegno al governo se questo adotta un accordo sulla Brexit che vede l’Irlanda del Nord trattata in modo diverso rispetto al resto del Regno Unito”, scrivono gli analisti di Bny Mellon, l’accordo sul tema è atteso entro fine mese. “L’incapacità di raggiungere un accordo di divorzio”, al contrario, “aprirebbe la strada a una hard Brexit il 29 marzo 2019”. Questa prospettiva potrebbe spezzare l’alleanza fra May e il Dup. Che i negoziati di fine giugno possano rivelarsi risolutivi è sempre meno probabile: secondo Peter Ptassek, responsabile della Brexit per la Germania, “non molti si aspettano molto per il momento. Se così andasse, sarebbe ottobre a risolvere tutti i problemi, dall’Irlanda del Nord alla governance e il futuro – nello stesso unico incontro”.