“Il successore di Draghi dovrà affrontare una serie di sfide: la dipendenza dell’Europa dalla domanda esterna limiterà la misura in cui la Bce potrà aumentare i tassi oltre lo zero una volta che la crescita globale sarà rallentata”.
È quanto afferma Andrew Bosomworth, head of portfolio management di Pimco, prefigurando la possibilità che, in caso di recessione delle economie dell’Eurozona la Bce possa rimuovere la regola auto-imposta che la obbliga ad acquisire solo non più di un terzo dei bond di ciascuno stato membro.
“La prossima recessione potrebbe essere molto dolorosa e potrebbe costituire una minaccia esistenziale per l’Eurozona dato che la cassetta degli attrezzi della Bce è già stata quasi completamente utilizzata, mentre i governi hanno una limitata capacità di aumentare gli stimoli fiscali”, aggiunge a Investment Week il portfolio manager di Newton IM, Jon Day.
A prefigurare una recessione dell’Eurozona entro il 2020 è il Cio di OppenheimerFunds Krishna Memani: “Se c’è una valuta comune e nessun consolidamento fiscale, quando la crescita è buona, tutto può essere spazzato sotto il tappeto, ma se le condizioni non sono così buone, riemergono tutti questi problemi “.
I punti deboli dell’area euro sono, secondo Memani, l’invecchiamento della popolazione, la dipendenza dalle esportazioni, la dispersione di Pil potenziale fra diversi paesi e la natura stessa della moneta unica.
Secondo Miles Eakers, chief market analyst di Centtrip, la Bce dovrebbe procedere con prudenza nel rialzo dei tassi perché il rischio è quello di innescare una nuova recessione.