Economia

Cassa Depositi e Prestiti: libretti risparmio in mano a Lega e M5S

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Si preannuncia difficile la battaglia per la nomina dei vertici di Cassa Depositi e prestiti, il primo grande banco di prova del nuovo governo gialloverde.

In campagna elettorale i Cinque Stelle soprattutto avevano fatto la voce grossa annunciando il piano per cambiare l’architettura di Cdp, trasformandola in una banca pubblica degli investimenti. Ora che l’esecutivo si è formato con il professore Giuseppe Conte nel ruolo di Presidente del Consiglio, affiancato dai viceministri Luigi Di Maio e  Matteo Salvini, arriva il primo altolà da parte del patron delle fondazioni, Giuseppe Guzzetti che durante il congresso annuale dell’Acri ha chiarito che il Tesoro azionista di controllo di Cdp, dovrà sempre fare i conti con le fondazioni che dal canto loro hanno il 16 per cento e possono scegliere il presidente.

“Se si vuole un ulteriore sviluppo di Cassa Depositi e Prestiti coerente con l’obiettivo di non mettere a rischio il risparmio degli italiani noi ci saremo, ma se si supera il limite ci opporremo con tutte le nostre capacità. Perchè gli enti hanno collaborato con governi di tutte le maggioranze e continueranno a farlo, noi non siamo l’opposizione in Parlamento ma senza il nostro voto, viste le norme statutarie, certe iniziative non si possono realizzare”.

Tra libretti e buoni postali in ballo ci sono 321 miliardi di euro in mano alla Cassa Depositi e prestiti, appartenenti a 26 milioni di clienti-risparmiatori postali che inconsapevolmente li erogano proprio alla Cdp. Con il nuovo governo il risparmio degli italiani passa in mano ai Cinque Stelle e la Lega. Sul fronte delle nomine  i vertici ancora in carica – il presidente Claudio Costamagna e l’ad Fabio Gallia – si sono detti indisponibili per un secondo mandato. In pole position il nome di Massimo Tononi ex presidente di MPS, mentre per il ruolo di ad circola quello di Daniele Scannapieco, attuale dirigenti alla Bei. Il 16 giugno scade il termine per presentare la lista.