L’Unione europea dormiente mentre un numero enorme di contraenti di mutui e finanziamenti in tutta l’Ue e anche in Italia attendono invano di far valere i loro diritti. Il riferimento è allo scandalo dei tassi Euribor, il tasso dei prestiti interbancari in Europa che rappresenta la base di tutti gli interessi applicati poi dalle banche sui mutui e prestiti indicizzati alla clientela.
La vicenda la ricostruisce minuziosamente il Corriere della Sera. Il tutto parte dal 2001 quando l’Antitrust Ue inizia una serie di ispezioni in una decina di grandi istituti bancari. I nomi sono grossi: Crèdit Agricole, Hsbc, Jp Morgan Chase, Barclays, Deutsche Bank, SocGen. Il reato ipotizzato è quello di aver formato un cartello allo scopo di manipolare proprio l’Euribor. Se nel 2016 alcune di queste banche sono state multate, altre invece hanno deciso di rinunciare a difendersi e accettare una transazione per ridurre le loro condanne.
Nel caso della multa comminata a Crèdit Agricole, Hsbc e JP Morgan Chase, la Commissione Ue distratta se vogliamo dire così e non ha pubblicato ancora il dispositivo della sentenza senza di cui non si può affrontare il ricorso. Così decine di milioni di consumatori europei che ritengono di aver pagato mutui troppo cari a causa di quel cartello, a 30 mesi dalla decisione non possono ancora far nulla perché il testo di quella storica decisione ancora non c’è. Una beffa per i consumatori anche in Italia dove sono circa 200 i ricorsi presentati – a Milano, Roma, Bergamo, Bresca – rivolte a grandi banche come Barclays, Jp Morgan e le altre ma anche a quelle nazionali accusate di aver praticato tassi ai clienti sulla base di un Euribor manipolato fra il 2005 e il 2008. Per vincere i consumatori devono avere in mano la decisione di Bruxelles che oggi ancora latita.