MILANO (WSI) – I Mondiali di calcio in Russia sono iniziati ma l’Italia, come già sappiamo, non giocherà visto che non è riuscita a qualificarsi. Orfani di una squadra per cui tifare, in realtà qualcosa di italiano in questa Coppa del Mondo che si gioca nella terra di Putin c’è.
Si tratta di aziende italiane che hanno lasciato un loro contributo a Mosca e dintorni. A darne un elenco è un articolo de Il Sole 24 Ore che parla di Codest, società del gruppo Rizzani de Eccher attivo nell’edilizia e nelle infrastrutture impegnata nella ricostruzione dello stadio Dinamo e di un complesso multifunzionale nelle vicinanze dello stadio con la Vtb Arena Park, hotel, residenze, uffici, un parco.
Dal Friuli è volata in Russia anche la Cimolai di Pordenone che progetta e realizza costruzioni in acciaio e, tra l’altro, ha fornito (in parte direttamente dall’Italia) le strutture metalliche dello stadio Dinamo e nel 2015 ha aperto uno stabilimento a Celjabinsk, negli Urali, per la produzione di strutture metalliche destinate al mercato russo. Arriva dal campo siderurgico invece la Isopan Rus del gruppo Manni che ha partecipato alla realizzazione dell’area di Volgograd, l’ex Stalingrado.
Ai Mondiali 2018 l’Italia industriale è presente anche grazie a Technogym, leader nelle tecnologie, soluzioni e prodotti per i settori fitness, wellness e sport, che è fornitore ufficiale della Nazionale russa e di quella brasiliana.
Emblematico il caso di Givova, un piccolo brand italiano della Campania, già sponsor del Chievo che aveva accettato di sponsorizzare le maglie della nazionale di calcio iraniana, che per colpa delle sanzioni internazionali si è vista rifiutare accordi con marchi come Nike, Adidas e Puma. Tuttavia la Federazione di Teheran si è lamentata della qualità scarsa del prodotto offerto da Givova e alla fine ha dovuto pagare di tasca propria le divise dei giocatori.