ROMA (WSI) – Domani mercoledì 10 giugno approda in Parlamento la risoluzione della maggioranza gialloverde al Def, il Documento di Economia e Finanza targato lega-M5S.
Il contenuto del provvedimento dovrebbe essere abbastanza snello e tra le misure si prevede lo sto all’aumento Iva e l’obiettivo di avviare il negoziato con Bruxelles per rimodulare il percorso di riduzione del rapporto deficit/Pil nel triennio 2019-2021, rinviando il pareggio di bilancio strutturale oggi previsto nel 2020 dal quadro tendenziale. La risoluzione di maggioranza, che dovrà essere approvata dai due rami del Parlamento, impegna il governo a presentare al Consiglio europeo e alla Commissione europea il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma e ad assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco della clausole di salvaguardia.
“Può darsi che ci sia una rimodulazione del rapporto deficit/Pil (…) È in fase di trattativa tutti gli anni in questo periodo la prosecuzione dell’abbattimento del deficit (…) ogni anno il pareggio di bilancio slitta. Adesso è al 2020, l’anno prima era al 2019, l’anno prima al 2018, non è che parliamo di una novità”.
Così il viceministro all’conomia Massimo Garavaglia, intervenendo a Circo Massimo su Radio Capital. Nel DEF non sembra che approderà la pace fiscale, tanto cara alla Lega.
“L’intenzione è di andare verso una misura che riporti in vita gente che è stata messa fuori mercato da regole assurde e sbagliate e alla fine a perderci è proprio il fisco”.
La risoluzione è un banco di prova molto importante per il nuovo governo Conte e per il neo ministro dell’economia Giovanni Tria che giovedì e venerdì sarà impegnato nel suo primo Ecofin e sarà letta molto attentamente dai mercati, da Bruxelles e dalle principali capitali europee per capire la strada che intende seguire il nuovo esecutivo italiano.