ROMA (WSI) – Occhio ai populisti. L’allarme lo lancia l’Ocse nel suo ultimo rapporto sulla zona euro in merito ai rischi che pesano sulle prospettive di crescita.
“L’ascesa di partiti populisti in alcuni Paesi dell’area euro, associato all’architettura incompiuta dell’Eurozona, potrebbe portare ad un ripido aumento della ridenominazione del rischio e alla perdita di accesso al mercato per alcuni debiti sovrani della zona euro”.
Grande attenzionata proprio l’Italia i cui livelli di crediti deteriorati sono più alti che in Irlanda dice l’istituto parigino guidato da Angel Gurria.
“Una più rapida soluzione sull’alto livello di crediti deteriorati in diversi Paesi sarebbe cruciale per facilitare lo sviluppo del credito e la trasmissione della politica monetaria. Anche se in discesa, sono sempre alti in alcuni Paesi colpiti dalla crisi. In Italia al momento sono più alti che in Irlanda. Un’accelerazione della soluzione agli npl è la chiave per espandere il credito bancario, visto che l’alto livello è ancora un problema per la stabilità finanziaria”.
LOcse lancia poi un consiglio ai paesi dell’eurozona che dovrebbero approfittare dell’espansione al fine di migliorare la loro posizione di bilancio.
“In particolare, quelli ad alto debito dovrebbero assicurarne una discesa significativa consapevoli che “il consolidamento di bilancio è desiderabile quando i tempi sono buoni (…) occorre anche semplificare le regole del Patto, mantenendo la necessaria flessibilità per tenere in considerazione la situazione economica”.
L’Italia comunque rimane fanalino di coda per quanto riguarda le prospettive di crescita nel biennio in corso visto che per la zona euro è previsto un aumento complessivo del Pil del 2,2% nel 2018 e del 2,1% nel 2019, mentre il dato italiano si ferma all’1,4% per l’anno in corso e all’1,1% per il successivo.