“Si stima che l’industria dei prodotti ambientali valga già circa 2mila miliardi di dollari e possa continuare a crescere in salute per molti anni a venire. Si ritiene inoltre che le società operanti in questo settore dovrebbero vedere una crescita delle vendite superiore a quella delle aziende dell’indice azionario MSCI World”: è quanto affermato da Mark Harries, head of investment management UK presso Ravenscroft, in un intervento pubblicato su InvestmentWeek.
Sescondo Harries, una somma di ragioni i progetti finanziari in campo ambientale e dell’economia sostenibile sarebbero destinati a ad accrescere la loro importanza. “Per cominciare, l’atteggiamento della società nei confronti della protezione del pianeta è cambiato notevolmente negli ultimi anni, in parte perché una percentuale crescente della popolazione ha esperienza personale dei danni che possono essere causati dal degrado ecologico”. Le preoccupazioni legate al cambiamento climatico e, più in generale, alla responsabilità ambientale, si sono propagate con nuova forza grazie ai social media.
La pressione dell’opinione pubblica ha avuto anche il potere di influenzare le agende dei governi, scrive l’asset manager: “gli investimenti cinesi nell’ambiente sono aumentati di sei volte rispetto ai primi anni Duemila” e “negli Stati Uniti l’energia eolica è ora la meno cara di ogni altra sorgente energetica, avendo sperimentato un crollo del 40% nei costi di produzione negli ultimi dieci anni; i costi dell’energia solare utility-scale sono scesi di oltre il 60% nello stesso periodo”.
Cosa aspettarsi, dunque, per il futuro? “Poiché le società in tutto il mondo adottano pratiche commerciali sostenibili, le società quotate in borsa specializzate nello sviluppo di una vasta gamma di tecnologie ambientali sono spuntate come funghi, mentre il numero di brevetti depositati per prodotti ambientali nell’ultimo decennio è più che triplicato”. Probabilmente la tendenza è destinata a continuare a lungo.