Terminare gli acquisti di obbligazioni da parte della BCE è solo il primo passo verso una politica monetaria più convenzionale, la prima tappa da completare per dare il via alla normalizzazione. Così il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann parlando in un incontro con il suo omologo francese, Francois Villeroy de Galhau.
Il processo di normalizzazione della politica monetaria potrebbe richiedere qualche anno e quindi è della massima importanza per lo meno “cominciare”, dice il banchiere centrale tedesco e consigliere Bce. Il falco Weidmann, favorito per prendere il posto di Mario Draghi alla scadenza del suo mandato a fine 2019, ritiene che l’inflazione nell’area dell’euro stia finalmente raggiungendo l’obiettivo della Banca centrale europea di sfiorare il 2%.
E grazie proprio al consolidamento dell’inflazione che la scorsa settimana la BCE ha annunciato il termine del Quantitative Easing a dicembre e che i tassi di interesse di riferimento sarebbero rimasti ai livelli attuali fino all’estate del 2019.
Secondo il numero uno della Bundesbank la politica monetaria rimarrà accomodante anche dopo la fine degli acquisti di obbligazioni, perché le obbligazioni tradizionali sono rimaste nei bilanci delle banche centrali nazionali e i proventi delle obbligazioni in scadenza sono stati reinvestiti grazie agli orientamenti della BCE in materia di tassi.
“Ecco perché la fine degli acquisti netti non è che il primo passo di un processo di graduale normalizzazione della politica monetaria che richiederà anni. Per questo è importante cominciare”.
Anche il direttore della banca centrale francese Villeroy de Galhau ha preso la parola affermando che la BCE ritiene che l’inflazione è sulla strada giusta, pur riconoscendo che lo spettro del protezionismo e altri rischi esterni, tra cui la Brexit, stanno alimentando l’incertezza economica.