Grazie alle possibilità offerte dai PIR, i piani individuali di risparmio che consentono di non pagare le tasse sulle plusvalenze, gli italiani si stanno affidando sempre di più ai fondi comuni per le loro scelte di investimento.
In cinque anni i sottoscrittori italiani di fondi comuni di investimento sono aumentati di quasi due milioni. È forse il dato più interessante che si può estrapolare dall’ultima indagine di Assogestioni sui comportamenti degli investitori italiani.
In quanto alle fasce di età coinvolte e alle caratteristiche geografiche, l’investitore in fondi comuni tipo ha 59 anni e risiede nel Nord Italia. Per ora i giovani sembrano restare ancora alla larga dai fondi comuni, ma la rivoluzione digitale dell’industria finanziaria potrebbe favorire un loro ingresso e interrompere quello che è un vero e proprio esodo dei ventenni dai fondi di investimento ETF.
Basti pensare che in 15 anni di tempo, gli under 35 sono passati dal 18% all’8% del totale dei sottoscrittori. Al contrario, invece, gli over 66 rappresentano oggi quasi il 40% dei sottoscrittori. Tuttavia la possibilità offerte da App per gli investimenti e banche completamente digitali sta attirando l’interesse di un numero crescente di giovani.
Quanti sono e quanto investono gli italiani
L’anno scorso 7,2 milioni gli italiani hanno investito in fondi comuni di investimento: si tratta di una cifra decisamente in aumento dai 5,4 milioni del 2012. Come spiega anche Alessandro Rota di Assogestioni, l’aumento dei sottoscrittori è dipeso principalmente dall’avvento dei Piani Individuali di Risparmio (PIR).
Nel 2017, ben 800.000 italiani hanno sottoscritto un PIR, un dato che supera anche le più rosee aspettative (120.000 sottoscrittori è stato il risultato ottenuto nel primo anno).
Il valore dell’investimento in PIR nel 2017 si è attestato a circa 11 miliardi, con un patrimonio medio per sottoscrittore pari a 13.670 euro. Tuttavia, la metà dei sottoscrittori ha investito meno di 10.000 euro, segno di un prodotto gradito anche dai piccoli investitori.
Il patrimonio medio detenuto in fondi comuni italiani si attesta a 31,442 euro per sottoscrittore. Detto questo, la metà di questi investitori ha puntato meno di 14mila euro, a causa di un’elevata concentrazione dei patrimoni nella fascia più alta della distribuzione.
Infatti, il 10% più ricco dei sottoscrittori di fondi comuni italiani, e cioè chi investe più di 73mila euro, possiede circa il 50% del patrimonio complessivo investito in fondi.
Quali sono i fondi preferiti dai sottoscrittori?
Il 36,4% dei sottoscrittori, le cui scelte di investimento sono state analizzate da Assogestioni, ha investito in fondi comuni flessibili, portafogli che non hanno alcun vincolo sull’asset allocation di base.
A seguire ci sono i comparti obbligazionari (28,1%), bilanciati (10,9%) e azionari (6,9%). Per quest’ultimi si assiste a una progressiva erosione degli investimenti negli ultimi 15 anni. La crescita più importante nell’ultimo anno è avvenuta nei fondi bilanciati, che hanno raddoppiato la loro quota anche grazie all’avvento dei Piani individuali di risparmio.